mercoledì 29 maggio 2019

IL FRATELLO DI GUAIDÓ E LA FIGLIA DI ANTONIO LEDEZMA


Non voglio immaginare se una donna, parente dell'autista delle vittorie, Nicolás Maduro Moros, fosse stata imprigionata in Spagna per riciclaggio di denaro sporco o se, al contrario, un uomo a lui correlato fosse anche coinvolto nel riciclaggio di denaro sporco e nella corruzione di Odebrecht.
Immagino, per esempio, il mercenario delle informazioni Alberto Federico Ravell titolando a tutta pagina sul suo giornale digitale Patilla, un caso correlato di dettagli per incolpare Nicolas Maduro. 
Travisare e manipolare, in modo che quando le persone leggono, incolpano il massimo leader della rivoluzione bolivariana perché, l'obiettivo di questi banditi nei loro social media, non sono i veri responsabili dei crimini, ma il nostro Presidente.
Ma, infine, la cosa che si può leggere, grazie al fatto che sui social media trapelano alcune informazioni, è che certamente c'è un cittadino accusato di corruzione e un cittadino identificato anche come corrotto; la donna, Antonietta Ledezma, figlia di Antonio Ledezma, e l'uomo, Gustavo Guaidó, fratello di Giovanni Guaidó, ovviamente, né Ravell nel suo giornale digitale La Patilla né qualsiasi mezzo di comunicazione schierato per il colpo di stato in Venezuela ha approfondito in tali eventi, piuttosto, hanno ridotto al silenzio entrambi i casi nella misura delle loro possibilità.
La notizia di Antonietta Ledezma è stata appresa dal nostro Ministro degli Affari penitenziari, Iris Varela, che ha pubblicato un tweet che informa che la figlia di Ledezma è stata sequestrata 130 proprietà, tra cui due condomini, una lussuosa area residenziale con più di 40 ville, così come decine di edifici in una zona residenziale di Salamanca, in Spagna. Ed è che la creatura non ha perso l'impronta di suo padre.
Comunque, fino a quando non ci fu lo spiegamento dei media che fu dato in Venezuela alle notizie, ma scrutando su internet si scopre che la donna è la moglie di Luis Fernando Vuteff García, un argentino che, se non lo arrestano in tempo, lo ruba fino alla corona del re di Spagna. Vuteff Garcia è stato amministratore della gestione del capitale ColumbusOne, residente in strada a Madrid Orellana, e ha fornito servizi di capitale agli ex funzionari e imprenditori PDVSA dalla Spagna riciclaggio attraverso immobiliare e alberghiero investimenti. Questi investimenti, come letti su Internet, sono stati svelati in un'operazione denominata Carabela, che ha coinvolto oltre 130 proprietà a Madrid e Marbella, valutate in oltre 72 milioni di euro.
Nell'operazione anche rivelato che nel mese di gennaio 2018, Antonietta e suo marito Luis Fernando, registrato a Madrid Crescere Senza Frontiere Fondazione, con un capitale iniziale di 30 miliardi di euro, progettato per soddisfare i figli di famiglie di immigrati in Spagna.
Ma come ho detto, per conoscere questi dettagli devi navigare su Internet, i nostri media tradizionali non hanno revisionato questo caso, tranne Ravell, un giornalista che è bravo a manipolare le informazioni a favore degli interessi dei golpisti come addebito per ciascuna di quelle notizie che distorce contro Maduro e la rivoluzione.
E ora otteniamo una sorpresa in una nota molto breve, secondo la quale, Gustavo Guaidó, fratello di Juan Guaidó, è coinvolto con il suo vecchio amico di Primero Justicia, Henrique Capriles Radonski, nella corruzione di Odebrecht.
Gustavo Guaidó è stato denunciato da un gruppo di venezuelani e, secondo la Voice of America, il nome del fratello autoproclamato è apparso più volte nelle indagini svolte dalla Procura svizzera. Del caso, ovviamente, non si trovano più informazioni, e in La Patilla dell'assassino del giornalismo, Alberto Federico Ravell, brilla per la sua assenza come nella marmaglia media nazionale e internazionale.  
Ma è lì che si sbagliano. L'ho detto e non mi stancherò di dirlo, con un Gigante come Chávez, i lettori del giornale se ne sono andati.  
Ravell dimentica da dove veniamo. Storicamente il Venezuela è stata sede di liberatori, e che hanno nel sangue, i geni, e mai il popolo potrebbe appoggiare e supportare sottomesso e servile come il destra, piegata sulle ginocchia dei gringos cioè, gli esseri indegni e detestabili grado venderci per soldi nell'impero più distruttivo e criminale del mondo.

(Gian Carlo Di Martino per la Iguanatv)

martedì 28 maggio 2019

UN'ALTRA SCONFITTA INTERNAZIONALE DEGLI STATI UNITI: IL VENEZUELA ASSUME LA PRESIDENZA DELLA CONFERENZA DEL DISARMO DI GINEVRA

Un nuovo attacco contro il Venezuela è stato sferrato martedì alla Conferenza sul disarmo a Ginevra, in cui gli Stati Uniti e alcuni paesi dell'America Latina, che costituiscono il gruppo di Lima, hanno boicottato il primo incontro presieduto dall'ambasciatore venezuelano Jorge Valero. Gli ambasciatori di Argentina, Cile, Brasile, Paraguay, Panama e Perù hanno deciso di non partecipare alla sessione inaugurale della presidenza venezuelana, che durerà fino al 23 giugno, mentre l'ambasciatore statunitense Robert Woods ha deciso di lasciare la conferenza. "Non ci sediamo e ascoltiamo le diatribe contro i valori democratici degli Stati Uniti", ha detto Woods ai giornalisti dopo aver lasciato la stanza, secondo l'agenzia di stampa EFE. "Questa presidenza può fare tutto ciò che vuole, ma non ha alcuna legittimità perché anche il suo governo non ce l'ha", ha aggiunto il diplomatico. "Dobbiamo cercare di fare tutto il possibile per impedire a quella classe di stati di presiedere alle organizzazioni internazionali", ha aggiunto Wood, dopo aver lasciato la sessione a Ginevra. "Ci dovrebbe essere un rappresentante di Juan Guaidó, il presidente ad interim, in questo corpo, seduto in quella sedia proprio ora (...) Il vecchio regime di (Nicolás) Maduro è morto in sostanza, non vuole arrendersi."
Da parte sua, Valero ha detto che la presidenza venezuelana proverà ad ascoltare, durante gli incontri settimanali che verranno organizzati, tutte le voci e stabilirà un dialogo "inclusivo". (Fonte LaIguana Tv)

venerdì 24 maggio 2019

BREVE STORIA DELLA CIA (E DEI SUOI ​​NUOVI METODI) IN VENEZUELA


Vi sono abbondanti prove che rivelano l'infiltrazione della CIA negli affari interni della regione dell'America latina sotto forma di colpi di stato e la promozione di guerre civili. Le sue operazioni in Venezuela sono cambiate nel tempo.
MIRAFLORES: CENTRO DI OPERAZIONI PER GLI AGENTI STRANIERI
Nel quadro della guerra fredda e della lotta contro il comunismo, le operazioni segrete di questa organizzazione si sono concentrate sull'isolamento del governo cubano e sul limitare qualsiasi tentativo progressista di conquistare altri paesi che minacciavano il controllo emisferico. Così, hanno debuttato con successo con il colpo di stato al presidente Jacobo Arbenz in Guatemala. Tom Polgar, capo del dipartimento di intelligence estero della divisione latinoamericana durante il periodo dal 65 al 67, riferisce che "una volta insediato un governo amico al potere, il capo della base della CIA aveva cinque modi per mantenere Influenza degli Stati Uniti sui leader stranieri. " Fornire il servizio di intelligence straniero (con report settimanali truccati quello che stava accadendo nel mondo), dare soldi a funzionari collocati in posizioni chiave all'interno delle istituzioni pubbliche e penetrare i movimenti politici di sinistra e guerriglia per le operazioni di contro-insurrezione erano parte di quei canali implementati con l'obiettivo del governo beneficiario che adotta le misure appropriate per neutralizzare qualsiasi gruppo all'interno del paese che rappresentasse una minaccia dal punto di vista degli Stati Uniti. L'obiettivo principale delle missioni segrete era quello di consentire un ambiente stabile di "democrazia rappresentativa", con l'alternanza di leader che collaboravano apertamente con gli interessi degli Stati Uniti nella regione. Non solo per le sue considerevoli risorse energetiche, ma anche per il ruolo diplomatico che il paese svolgerebbe in termini di processi di ritrattazione che si avvicinerebbero al modello sovietico. Da Rómulo Betancourt a Rafael Caldera, gli attuali governanti in Venezuela hanno conferito prerogative strategiche all'agenzia in cambio di finanziamenti. In realtà, la dottrina Betancourt, applicato dallo stesso fondatore di Azione Democratica per promuovere l'espulsione di Cuba dal OAS, giustifica i legami che aveva con la dinastia Rokefeller e con personaggi come Allen Dulles, il primo direttore della CIA, e l'unità diplomatica al momento di una risoluzione nell'OSA che dichiarava il comunismo come incompatibile con i principi dell'organizzazione. Successivamente, durante il primo governo di Carlos Andrés Pérez, il Venezuela avrebbe di nuovo avuto un ruolo attivo nelle missioni della CIA nel continente sudamericano. L '"Operazione Condor" che cercava di rovesciare i governi di sinistra del cono meridionale, usava i cittadini venezuelani come agenti di supporto. Le azioni di intelligence degli Stati Uniti sono cresciute con il rovesciamento di Marcos Pérez Jiménez e l'instaurazione della democrazia puntofijista. Così come le preoccupazioni Bolgar, 60, 70 e 80, sono stati teatro di collaborazione tra la CIA e l'agenzia di intelligence DIGEPOL venezuelana (DISIP in precedenza, oggi Sebin) che ha provocato il reclutamento e la formazione del personale per l'esercito statunitense. Una figura esemplare nella creazione di questa sinistra braccio repressori governi socialdemocratici fu Henry Lopez Sisco, curatore della DIGEPOL, che negli anni '60 è stato ammesso alla base militare di Fort Bragg (North Carolina), dove ha ricevuto una formazione in Centro di Guerre psicologiche, che in seguito lo avrebbe servito per perpetrare i massacri di Cantaura e Amparo. Allo stesso modo, l'agenzia di intelligence locale è stato utilizzato come rifugio per le reclute che si sono incontrati relativo al contenimento del comunismo nella regione, caso assegnazioni Luis Posada Carriles, un cubano fuggito l'isola durante l'esecuzione di un'operazione terroristica su un aereo di linea -Cubana de Aviación - che ha causato la morte di 73 persone nel 1976. Posada Carriles è diventato un alto funzionario della DISIPA in Venezuela. La semplice conclusione di eseguire operazioni segrete in Venezuela durante l'ultimo mezzo secolo è che l'alleanza di un "amichevole governo" la politica estera degli Stati Uniti ha permesso l'interferenza della CIA per espandere comodamente in tutta gli strati della politica nazionale.
L'ARRIVO DI CHÁVEZ
Lo spostamento del potere della borghesia creola con l'ascesa di Chavez fu una perdita strategica di un grande spazio operativo che contava gli uffici della Central Intelligence Agency. Da lì, l'ambasciata americana a Caracas è diventata il centro delle operazioni mentre le modalità di infiltrazione sono state affinate, lasciando il posto alle ONG e ai media, nel tentativo di rendere la trasgressione mascherata da un non rilevabile "atti civili". La rete profonda tracciata dalla CIA all'interno della politica interna per acquisire profili compatibili con le esigenze operative dell'agenzia, è stata opportunamente dispiegata in eventi che hanno destabilizzato il governo di Hugo Chávez. Oltre al fatto provato che l'ambasciata degli Stati Uniti, sotto il comando di Charles S. Shapiro, partecipò al colpo di stato del 2002; La CIA, attraverso le figure legali che promuovevano la democrazia occidentale, era responsabile del finanziamento di oltre 300 organizzazioni non statali che avevano il compito di forzare il cambio di regime nel paese. È il caso del NED (Fondo nazionale per la democrazia) e dell'USAID (Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale), strutture indipendenti che cancellano le entrate dal finanziamento dell'opposizione venezuelana raggruppate in partiti, organizzazioni e media politici. L'USAID ha fornito almeno 15 milioni di dollari alle organizzazioni venezuelane della "società civile". Il NED, ha assegnato una media di 2 milioni di dollari all'anno, seguendo i rapporti pubblicati fino al 2012. Il denaro è stato assegnato a ONG come Súmate, governata da María Corina Machado, che sarebbe responsabile della raccolta delle firme per richiedere un referendum di richiamo , vinto da Chavismo nel 2004. Raggiunse anche qualche anno più tardi i leader dei partiti antichavist della Prima Giustizia e della Volontà Popolare. Parte del denaro è andato a formare figure universitarie come potenziali agenti insurrezionali nel raid di soft-raid del 2007, con l'immagine della "ribellione studentesca" come copertura civile. Il Centro di azione e le Strategie applicate nonviolente (CANVAS) finanziate dal NED, consigliavano questi gruppi dissidenti dell'opposizione tra cui Juan Guaidó, lontano dal conoscere il personaggio che interpretava interpretare qualche tempo dopo a favore dei suoi finanziatori. D'altra parte, i media corporativi, che fungono da reclute dell'intelligence americana (ricordiamo l'operazione Mockingjay), si sono scaldati con il tentativo di colpo di stato del 2002 di diventare rigorosi nella routine di montare campagne di propaganda contro il governo lo accusava di "regime dittatoriale", di collegarlo a casi di traffico di droga e terrorismo, gonfiando il dossier sotto il quale la destabilizzazione è stata giustificata negli ultimi anni. In questo modo, durante i primi anni di Chavism, lo schema operativo della CIA fu rovesciato per rovesciare il governo, in presunte "promozioni della democrazia" e "protezione dei diritti umani", promosso dall'anti-chavezismo in nuove organizzazioni politiche indipendenti. ".
LA CIA CON NICOLAS
La rivoluzione del 2017 condotta dall'alleanza di opposizione raggruppata nel MUD, è stata il momento in cui i fattori irregolari e paramilitari che erano stati incubati in gruppi civili con l'aiuto della CIA sono venuti alla luce con maggiore forza. Tuttavia, il disastro politico di questa operazione è stato un taglio nel modo in cui opera l'agenzia. Negli ultimi anni, il finanziamento dei gruppi irregolari ha avuto sempre più risultati mentre le azioni del tipo "Primavera araba" si stavano esaurendo. Inoltre, la storia nei media che il paese soffre di una "crisi umanitaria" ha aperto la strada per infestare l'opinione pubblica con l'idea che sia necessario un intervento straniero. Mentre sul fronte multilaterale gli Stati Uniti hanno difficoltà a forzare il consenso dei paesi latinoamericani a ignorare il rispetto dell'autodeterminazione del Venezuela ea sostenere un intervento militare, sul fronte irregolare i servizi segreti venezuelani hanno smantellato diversi tentativi mercenari in questo modo. Il più recente riguarda la cattura dell'ex ufficiale militare Oswaldo Valentín García Palomo, che ha pianificato un colpo di stato per febbraio di quest'anno, un approccio diverso rispetto all'ultima operazione di un agente straniero, Joshua Holt, trovato a Ciudad Caribia durante un'operazione delle forze di sicurezza venezuelane, che hanno lasciato vergognosamente esposto il programma segreto degli Stati Uniti. García Palomo, un ex colonnello della Guardia Nazionale, arrestato rivelato nella sua confessione ai golpisti attività non implementati (Costituzione Operation nel 2018 e ha tentato febbraio 2019) ha avuto il sostegno della CIA e ai governi di Colombia, Brasile e il Cile. Ha anche detto nella sua confessione che l'agenzia statunitense lo ha contattato attraverso il generale in pensione Antonio Rivero, attivista del partito popolare Volunted e agente della CIA, secondo il ministro della comunicazione, Jorge Rodríguez. Il disertore militare menziona anche Julio Borges, che dal 2015 ha cospirato a favore di opzioni magiche o golpe per ottenere il governo di Nicolás Maduro. Lo smantellamento avanzata di questa rete ha avuto un anno a preparare il colpo di stato, ha permesso di conoscere la vasta distesa di esso, perché i contatti García Palomo incluso ex militari e Juan Carlos Caguaripano, autore della cattura di Fort Paramacay nel 2017, e cellula terroristica di Óscar Pérez. Inoltre, ha penalizzato la fallita operazione Libertad che Guaidó ha convocato lo scorso mese. La mancanza di supporto per la chiamata a ignorare lo stato e le azioni di intelligence precedentemente svolte dalle agenzie di sicurezza hanno reso 30 A un giorno senza dolore o gloria per gli Stati Uniti. Il presidente Nicolás Maduro ha affermato, dopo il fallito colpo di stato del 30A, che il generale Cristopher Figuera era stato catturato dalla CIA per compiere il tentativo di colpo di stato dopo l'estrazione di Leopoldo López. Per quanto riguarda gli attacchi frontali economiche sul Venezuela, non dobbiamo dimenticare di menzionare i dati forniti dall'ex direttore della CIA ed ora Segretario di Stato degli Stati Uniti d'America, Mike Pompeo, che ha rivelato nei primi mesi del 2018 che l'agenzia era responsabile di alcune delle sanzioni emesse contro lo Stato venezuelano. Il presidente Donald Trump era interessato ai rapporti che parlavano del Venezuela, soprattutto per sapere "in che modo il governo di Maduro era legato alle forze armate nazionali bolivariane, così come per questioni finanziarie come" su chi aveva i soldi, i creditori del debito, i tempi di pagamento. " Così, Pompeo ammise che la seconda o la terza batteria di sanzioni erano il risultato delle raccomandazioni della CIA. Un'altra misura di soffocamento che integra la barriera finanziaria è deliberatamente riconosciuta dal braccio dell'intelligence statunitense. In questo senso, il nuovo e intensificato gli attacchi irregolari contro il paese negli ultimi due anni di governo da Nicolas Maduro, dal tentativo di assassinare il Presidente al fallito colpo di stato del 30 aprile, rivela due aspetti diversi della storia di aggressione interventista da Washington. Progressivamente, l'agenzia dell'intelligence americana ha tolto la voce alla leadership locale per mettere i suoi funzionari della Casa Bianca a spostare casualmente le sanzioni economiche e le azioni di forza irregolare, trasferendo responsabilità operative ai paesi del Gruppo. di Lima, specialmente in Colombia. Lungo la strada hanno scelto di risparmiare tempo per coprire le loro azioni, il che inevitabilmente mette l'avversario in vantaggio, essendo in grado di prevedere le loro prossime mosse. (fonte: Mission Verdad)

martedì 21 maggio 2019

L'AMBASCIATORE DEL VENEZUELA A ROMA RASSEGNA LE SUE DIMISSIONI.

Julián Isaías Rodríguez Díaz ha rassegnato le sue dimissioni da ambasciatore del Venezuela a Roma. Giurista, accademico, politico, diplomatico e poeta venezuelano, membro dell'attuale Assemblea Nazionale Costituente, ha lamentato seri problemi di salute. Secondo quanto riferisce l'ANSA, in una lunga lettera indirizzata a Nicolàs Maduro, ha ribadido di "condividere la causa" del presidente ma di non poter più proseguire nella sua missione per le troppe difficoltà, soprattutto finanziarie, dovute alle sanzioni Usa sostenute dal sistema bancario italiano che hanno reso il suo lavoro quotidiano impossibile. L'ambasciatore chiarisce a Maduro che "essa non deve essere accolta o respinta, perché è definitiva". Sempre rivolto al capo dello Stato, Rodríguez spiega che "la sua causa è la mia, mi ha trattenuto come un campo magnetico, come una calamita. Con una fede assoluta mi sono aggrappato al chavismo, come fosse una tavola nell'oceano di contraddizioni che circonda il suo governo".
E prosegue La Stampa: Rodriguez ha lamentato di aver visto «troppo marketing» nell’entourage di Maduro e del suo predecessore, Hugo Chavez.
L’ambasciatore nei giorni scorsi aveva spiegato di non poter più pagare gli stipendi allo staff, né l’affitto a causa dell’embargo promosso dagli Usa, con un debito nei confronti delle autorità italiane di «quasi nove milioni di euro». Ora, a 77 anni, ha spiegato di volersi dedicare a «fare il nonno». «Lascio senza rancori e senza denaro», ha sottolineato Rodriguez, «mia moglie ha appena venduto i vestiti che gli aveva regalato il suo precedente marito per poter sopravvivere di fronte all’embargo nordamericano e sto cercando di vendere l’auto che ho comprato quando sono arrivato in ambasciata e come lei sa non ho un conto bancario perché i `gringos´ mi hanno sanzionato e la banca italiana mi ha chiuso le porte».
Rodriguez aveva avuto diverse discrepanze con alcuni Ministri. Una delle più recenti quella per il padiglione del Venezuela alla Biennale di Venezia che aveva disertato per protesta. "Ho capito definitivamente che non posso trasformare l'acqua in vino, né resuscitare i morti. Molti dei suoi discepoli hanno pochissimi apostoli, e per questo ci chiediamo tutti: è la chiesa o il dio che sta fallendo?", scrive in uno dei suoi passi.
Ricordiamo due link importanti, per chi volesse approfondire la notizia:

1) La lettera di Rodriguez LINK
2) L'intervista all'Ambasciatore, pubblicata solo da noi, del 21 dicembre 2018 che ci è costata pesanti attacchi LINK
3) I pasticci-ni della solidarietà bolivariana a Roma LINK

giovedì 16 maggio 2019

L'OPPOSIZIONE IN VENEZUELA IN AGONIA TOTALE!




A causa delle sanzioni USA, disumane e criminali, questo è il numero di persone in Venezuela bisognose di trattamento:
80.000 con HIV
16.000 con cancro
16.000 con dialisi
4 MLN con diabete

Detto dall'opposizione ... Nel video il Direttore Generale di Ifedec, Pedro Pablo Fernández.

VENENZUELA: PROVE DI DIALOGO CON MEDIAZIONE NORVEGESE

Il governo di Nicolas Maduro e l'opposizione "stanno esplorando un percorso di dialogo con la mediazione norvegese per ottenere un’uscita dalla crisi nel paese sudamericano.
Nei giorni scorsi si sono recati a Oslo diversi rappresentanti di Maduro, tra cui il ministro delle Comunicazioni Jorge Rodríguez e il governatore di Miranda, Héctor Rodríguez, così come delegati di Guaidó, l’ex deputato Gerardo Blyde e Fernando Martinez Mottola, ex ministro del governo di Carlos Andrés Pérez (1974-79 e 1988-93) cui si è unito il deputato e vicepresidente dell’Assemblea nazionale, Stalin González. Secondo almeno tre fonti a conoscenza delle conversazioni, gli incontri sono stati esplorativi, per cercare di concordare un’agenda di argomenti e una metodologia di lavoro", come confermato anche da Maduro. "Le stesse fonti assicurano che i colloqui sono stati tenuti separatamente con i rappresentanti del ministero degli esteri norvegese e negano che sia stato istituito un tavolo di dialogo.
La notizia dei colloqui, che hanno l’approvazione di Leopoldo López, ha sollevato sospetti in parte dell’opposizione venezuelana. Gli incontri hanno sorpreso alcuni leader dell’opposizione, tra cui Julio Borges, ex presidente dell’Assemblea Nazionale, in esilio a Bogotà, che ha detto via Twitter che lui e il suo partito, Primero Justicia, hanno sentito parlare dell’iniziativa quando è stata resa pubblico da diversi media venezuelani. Guaidó ha cercato di minimizzare, senza negare gli incontri, con un tweet in cui lascia intendere che non è stata l’unica iniziativa in corso".
Quella norvegese non è, inoltre, l’unica via di dialogo che è stata esplorato nelle ultime settimane. I rappresentanti di Maduro si sono incontrati dopo l’offensiva del 30 aprile direttamente con l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Venezuela, Elliot Abrams, e si prevede che giovedì e venerdì i rappresentanti di entrambe le parti ricevano i delegati del Gruppo di contatto dell’Unione Europea per ascoltare le loro proposte per raggiungere l’uscita dalla crisi nel paese".

(da: Sicurezza Internazionale)

mercoledì 15 maggio 2019

GUAIDO' IL LIBANESE: "STECCA PARA PE' TUTTI?"

Bloomberg ci informa che il venezuelano Guaidog autoproclamatosi presidente su input di USAeGetta dovrà effettuare il pagamento obbligazionario entro la fine del mese per $71MLN di interessi sulle obbligazioni PDVSA del 2020, altrimenti perderà la Citgo (la società di raffinazione con sede a Houston, di proprietà dello stato Petrolios de Venezuela, che è stata messa a disposizione come garanzia dei creditori).
Guaidog sperava di invocare
una misura simile all'ordine esecutivo 13303, che è stato adottato in Iraq dopo l'invasione del 2003 per impedire agli investitori di impadronirsi delle risorse locali. Ma Trump USAeGetta non sarebbe favorevole fino a quando Maduro non lascerà il potere.
Guaidog ha detto che pagherà in "segno di protesta" perché considera il debito illegittimo.

Hai voluto giocà al presidente? Te tocca paga'!

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"Il presidente Donald Trump vuole procedere con cautela e non farsi coinvolgere troppo nell'agenda economica dell'opposizione, secondo le persone che hanno familiarità con i piani dell'amministrazione che hanno chiesto l'anonimato. Sulle spalle del Venezuela gravano oltre $10MLD di pagamenti obbligazionari, i prestiti cinesi e russi e i potenziali sequestri di asset da parte dei creditori".
Un portavoce del Dipartimento del Tesoro ha rifiutato di commentare le azioni future. PDVSA e Carlos Vecchio, nominato da Guaidog ambasciatore del Venezuela in USA, non hanno risposto alle richieste di commento da parte di bloomberg (LINK). 

VENEZUELA, REVOCATE ALTRE 6 IMMUNITA' PARLAMENTARI.

L'Assemblea Nazionale Costituente ha approvato all'unanimità la revoca dell'immunità parlamentare ai deputati che "hanno partecipato al fallito tentativo di colpo di stato del 30 aprile" scorso. Sono: Freddy Superlano, Juan Mejía, Carlos Paparoni, Miguel Pizarro, Franco Casella e Winston Flores. Si aggiungono dunque al vicepresidente dell'An, Edgar Zambrano, arrestato su ordine della Corte suprema (Tsj), per flagranza di tradimento, cospirazione e ribellione civile, e ad altri deputati per analoghi capi di imputazione: Ramos Allup, Luis Florido, Jose Blanco, Mariela Magallanes, Simon Calzadilla, Dairene Delgado e Americo De Grazia, quasi tutti riparatisi nelle ambasciate (Argentina, Cile, Spagna, Italia dove sono presenti in particolare De Grazia e Magallanes).
Pochi minuti fa, il Segretario di Stato USA, Mike Pompeo ha scritto su tw: "Le riunioni di oggi sono state un passo avanti positivo. Stati Uniti e Russia hanno dimostrato in passato che possiamo cooperare su questioni internazionali chiave. Esortiamo la Russia a collaborare con noi per cambiare la traiettoria del rapporto a beneficio di entrambe le nazioni".
Il presidente russo Vladimir Putin, nel corso dell'incontro, si è detto convinto che Donald Trump intende migliorare i rapporti tra i due paesi ed è pronto a incontrarlo. Putin ha anche affermato che il Cremlino è pronto a tornare a discutere di un'intesa sulle armi nucleari.
La riunione non è stata però solo un momento di distensione, ma anche di scambio di avvertimenti. Da un lato Pompeo ha avvertito che Washington non tollererà nessuna ingerenza russa nelle elezioni presidenziali del 2020. Putin dal canto suo ha definito inaccettabile qualsiasi passo statunitense che possa provocare un guerra civile in Venezuela.
Sergej Lavrov, titolare della diplomazia russa, da parte sua, ha affermato che pur confermando la distanza tra le posizioni, le tre ore di conversazione con Pompeo permettono di "infondere un certo ottimismo". "Credo sia ora di iniziare a costruire un nuovo approccio, più costruttivo e responsabile nella lettura dei problemi", ha aggiunto Lavrov segnalando che il Cremlino, in questo, "è pronto". Mosca difende l'importanza che sia "la popolazione venezuelana a definire il futuro del paese", definendo "estremamente importante "che tutte le forze politiche avviino un dialogo tra di loro".

martedì 14 maggio 2019

IL FRATELLO DI GUAIDO' ACCUSATO DI RICICLAGGIO DI MILIONI DI DOLLARI NEL PIU' GRANDE SCANDALO DELLA STORIA: ODEBRECHT

Secondo quanto riferisce Voz de América (finanziata dal dipartimento di Stato USA), il fratello di Guaidog, Gustavo Antonio, è stato denunciato per riciclaggio di milioni di dollari in complicità con Henrique Capriles Radonski. Il suo nome appare più volte nelle indagini svolte dalla Procura della Svizzera sul più grande scandalo di corruzione della storia: Odebrecht, 778 milioni di dollari in tangenti a funzionari governativi di 12 Paesi dell’America Latina e dell’Africa . Gustavo Guaidó è il proprietario di "La Pesca", una società di consegna di frutti di mare sottovuoto situata a Caracas legata a Majed Khalil, un uomo d'affari venezuelano del narcotraffico.

1,5 MLD VENEZUELANI BLOCCATI - PORTOGALLO: "LE BANCHE NON PRENDONO ORDINI DAL GOVERNO".

Il povero Ministro degli Esteri portoghese, Augusto Santos Silva, è molto preoccupato per le dichiarazioni (che lui definisce) "ostili" da parte del governo di Nicolas Maduro che ha chiesto che vengano restituiti al popolo venezuelano 1,5 mld di euro bloccati da Novo Banco a Lisbona, per comprare cibo e medicine.
Il poverno ministro, intervistato ieri da Antena1, è anche preoccupato per le minacce sui social network di rappresaglie e comunque
ci ha tenuto a precisare che in Portogallo le banche non ricevono ordini dal governo e che le controversie devono essere risolte in tribunale.

Gli risponde l' "ostile" Ministro degli Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Jeorge Arreaza: "Il ministro degli esteri del Portogallo sostiene che nel suo paese le banche non ricevono ordini dal governo portoghese; Ma è chiaro che obbediscono agli ordini del governo degli Stati Uniti. Bloccano le risorse del popolo venezuelano in modo criminale".

E' lo stesso ministro del Portogallo che però dichiarava agli inizi di febbraio di quest'anno: "Vorrei dire quanto segue: dal punto di vista dell'Unione Europea, ed il Portogallo è un membro della UE, le sanzioni che abbiamo imposto sono misure ad personam, non contro l'economia venezuelana. C'è una differenza tra le sanzioni che abbiamo introdotto e quelle che, ad esempio, ha imposto l'amministrazione statunitense: per noi è importante che le sanzioni colpiscano soggetti singoli, non la popolazione".

(nella foto il Ministro portoghese il 9 gennaio di quest'anno con Nicolas Maduro a palazzo Miraflores)

IL MINIMO STORICO DELLA STAMPA USA IN VENEZUELA



Come scrisse il famoso scrittore latinoamericano Eduardo Galeano, "ogni volta che gli Stati Uniti" salvano "un paese, lo trasformano in un manicomio o in un cimitero." Naturalmente, mentre osserviamo i relitti lasciati dagli Stati Uniti in paesi come Iraq, Afghanistan, Libia, Somalia, Siria, El Salvador, Guatemala e Honduras, constatiamo che questa affermazione è inconfutabile. Eppure, ora che gli Stati Uniti sono pronti per un altro intervento, questa volta in Venezuela, la stampa è di nuovo lieta di rincuorarla.

Analizzando 76 articoli della stampa "d'élite" dal 15 gennaio al 15 aprile 2019, Fairness & Accuracy In Reporting (FAIR -
organizzazione di analisi dei media che ha sede in New York) non riusciva a trovare una sola voce che si opponesse ai piani del regime di Trump in Venezuela. Il 54% li supportava apertamente. Naturalmente, questo non dovrebbe sorprendere data la nota complicità della stampa nel fare da cassa di risonanza delle menzogne belliche USA (come ad esempio in Golfo di Tonkin, l'uccisione di bambini in Kuwait, il WMDS dell'Iraq e il presunto Viagra-stupro in Libia). Le attuali bugie di guerra arrivano velocemente e violentemente da canali come la CNN che ha mentito sul incendio agli aiuti umanitari da parte di Maduro al confine colombiano (erano infatti state le forze di opposizione, come ha dovuto poi ammettere anche il NYT due settimane dopo) e ha affermato che il burattino degli Stati Uniti, Juan Guaidò, avesse vinto le elezioni presidenziali contro Nicolas Maduro quando in realtà Guaidò non è nemmeno mai stato candidato alla presidenza.

Ciò che è piuttosto sorprendente, tuttavia, è l'unanimità totale della stampa che copre acriticamente e sostiene il golpe in corso in Venezuela. Questo è sconcertante perché gli stessi organi di stampa che sono stati giustamente critici nei confronti di Trump per tutta la sua stupidità, le menzogne e la sua meschinità, lo hanno trovato improvvisamente brillante, veritiero e benevolo quando si è trattato del Venezuela. Ciò è particolarmente degno di nota dato che i suoi partner in questo crimine sono il Neo-Con John Bolton; l'ex direttore della CIA Mike Pompeo, che recentemente ha scherzato sul fatto che il vero motto della CIA è "Abbiamo mentito, abbiamo ingannato, abbiamo rubato"; e un condannato, il bugiardo Elliott Abrams. Per quanto riguarda Abrams, è famoso per il suo ruolo nel finanziamento illegale dei Contras nicaraguensi; la sua copertura del massacro di El Mazote in El Salvador in cui circa 1000 civili, per lo più donne e bambini, furono uccisi dalle forze appoggiate dagli Stati Uniti; e il suo aiuto e favoreggiamento del genocidio sostenuto dagli Stati Uniti in Guatemala.

Eppure, in qualche modo, dovremmo credere alla nostra stampa "libera" che questa banda di ladri consegnerà la democrazia e i diritti umani al Venezuela. Non importa il fatto che Trump sia diventato Presidente dopo aver perso contro Hillary Clinton per quasi 3 milioni di voti, e che gli Stati Uniti, nelle parole dell'ex presidente Jimmy Carter, non abbiano più una democrazia funzionante. Per quanto riguarda il Venezuela, d'altra parte, Carter ha detto che il suo sistema elettorale è "il migliore del mondo".

Nel frattempo, questa stessa stampa non libera ci racconta incessantemente di tutte le privazioni e le difficoltà del Venezuela, rifiutandosi di spiegare come questo stato di cose sia in gran parte il risultato delle brutali sanzioni statunitensi, come affermato anche dal
l'esperto delle Nazioni Unite Dr. Alfred de Zayas. Di recente, il rispettato economista Jeffrey Sachs è coautore di un rapporto che mostra che, dall'agosto del 2017, oltre 40.000 venezuelani sono morti a causa delle sanzioni statunitensi che hanno privato il Venezuela di cibo e medicine salvavita. Ma pochi lo sanno, perché le voci di de Zayas e Sachs non vengono mai ascoltate dalla stampa ufficiale.

Inoltre, sono inascoltati i 6 milioni di venezuelani che hanno votato per Nicolas Maduro nel maggio 2018, molti dei quali si riversano nelle massicce manifestazioni filogovernative. Invece, la stampa fa scorrere fiumi d'inchiostro per far parlare personaggi, prevalentemente bianchi, benestanti e anglofoni che sostengono l'opposizione, dando la falsa impressione che Maduro non abbia alcun sostegno.

Inoltre, in modo orwelliano, la stampa si rifiuta di chiamare l'attuale spinta per una rivolta militare in Venezuela un "colpo di stato", mentre allo stesso tempo si riferisce a Maduro invariabilmente come "repressivo" e come "dittatore" e il suo governo come "regime."

In breve, invece di mostrare i due lati della storia, la stampa ce ne dà uno, ignora i fatti cruciali e ci dice come dovremmo vedere la situazione in Venezuela. Questo non è affatto giornalismo, ma propaganda nuda e cruda, ed è vergognosa.

Nonostante tutte le pressioni, le minacce, le menzogne degli Stati Uniti, il popolo venezuelano non ha dato il suo sostegno a Juan Guaidò - un uomo che l'80% dei venezuelani non aveva mai sentito nominare fino a quando non si è autoproclamato presidente.
Quello che stiamo vedendo in Venezuela non è altro che un tentativo di colpo di stato compiuto dagli Stati Uniti, dello stesso tipo di quelli che hanno portato al potere in Cile quei cialtroni come il generale Pinochet. Ma uno non lo saprebbe mai dalla nostra stampa ufficiale che ha deciso di essere il portavoce del Dipartimento di Stato invece di operare un controllo su un Presidente e su una follia nazionale.

Daniel Kovalik insegna International Human Rights alla School of Law dell'Università di Pittsburgh ed è l'autore di The Plot to Overthrow Venezuela, in uscita, su come gli Stati Uniti stanno orchestrando un golpe militare per il petrolio, con la prefazione di Oliver Stone.

lunedì 13 maggio 2019

FORMIGLI E LA PASSIONE PER LE FICTION USA SUL VENEZUELA

Corrado Formigli scrive il suo "punto critico" sul Venezuela per Elle (la rivista francese che parla di moda, bellezza, salute e intrattenimento femminile), un pezzo indegno per un giornalista di inchiesta il cui motto è "la realtà è la nostra passione". Forse dovrebbe restituire i due premi Ilaria Alpi che ha ricevuto negli anni 1998-1999. Riportiamo il testo per intero.



"Sembra la trama furba di una serie tv a metà strada fra Narcos e Breaking bad, invece è il romanzo folle del golpe venezuelano. Non fermatevi alle apparenze: a Caracas, dietro la sbandierata lotta del Bene contro il Male e al riparo dell’apparente conflitto fra libertà e dittatura, tra Juan Guaidó e il chavista baffuto e losco Maduro, si aggirano i fantasmi del narcotraffico e i faccendieri del regime corrotto.
Il rovesciamento di Nicolas Maduro, dopo mesi di manifestazioni e scontri di piazza, era fissato per il 2 maggio. Guaidó si era messo d’accordo con gli Usa, il ministro della Difesa Padrino Lopez, il capo della Corte suprema e qualche generale di rango. Ma i servizi segreti cubani, molto attivi nella capitale venezuelana, hanno intercettato il piano e avvisato un vecchio amico del regime di L’Avana, colui che tiene in piedi il potere di Maduro: Diosdado Cabello (nella foto sotto, è a sinistra), capo dell’Assemblea costituente e noto conduttore televisivo che a Caracas conduce la trasmissione Con el mazo dando (“A mazzate”), nel quale agita una clava contro gli avversari politici.
Risultato: il ministro della Difesa si è sfilato dal complotto, i generali ci hanno ripensato, gli americani sono stati presi in contropiede e Guaidó è rimasto isolato. Così l’appuntamento con la rivoluzione antipopulista è stato rimandato e i baffi di Maduro sono ancora al potere ma sempre più debitori nei confronti di Cabello, vero dominus occulto del regime di Caracas. Come ricostruisce Alessandro Farruggia su Quotidiano.net, è lui assieme al vicepresidente Tarek el Aissaimi a organizzare il narcotraffico di cocaina sul quale prospera l’intero regime di Caracas, militari compresi. Con buona pace della popolazione del Venezuela stremata dallo sfascio madurista, afflitta da tassi di mortalità infantile assurdi per un Paese baciato dall’oro nero ma sotto embargo e privo ormai di medicine e beni essenziali. Chissà se di tutto questo, nell’eterna querelle elettorale italiana, dove la politica estera si riduce a tifo, si ha per lo meno consapevolezza".

Tralasciando espressioni come "losco" o i "baffi al potere", facciamo notare SOLO due cose:

1) Che Guaidó si sia messo d’accordo con gli Usa, il ministro della Difesa Padrino Lopez, il capo della Corte suprema e qualche generale di rango lo dice il Segretario di Stato Mike Pompeo e il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, sconfessati poi dal delegato E. Abrams (LINK), un trittico di criminali (nemmeno pentiti) e dunque degni di essere considerati da Formigli fonti attendibili, come fa un perfetto giornalista nel rispetto del codice deontologico: un ex capo della CIA che candidamente ha dichiarato di essere stato formato (e di aver formato) "a mentire, imbrogliare e rubare", con un cv di tutto rispetto (per non sembrare parziali rimandiamo al link del Il Sole24Ore); un cacciatore di pistole fumanti, sionista e guerrafondaio e un condannato per crimini di guerra.    

2) Che Cabello sia a capo di un narcotraffico di cocaina sul quale prospera l'intero regime di Maduro lo scrive perché lo ha scritto un altro giornalista, seduto sulla sua comoda poltrona di Roma, un certo Farruggia, il quale ripete a pappagallo quello che dicono da anni i media dell'opposizione venezuelana e i media mainstream statunitensi. A noi basta informare Formigli e il suo collega #copioeincollomatraducodagoogletraduttore, che le menzogne, la diffamazione, la manipolazione però hanno le gambe corte: un gruppo di dirigenti del quotidiano El Nacional (in mano all'opposizione golpista) ha chiesto scusa il 15 dicembre 2018 con una lettera pubblica al presidente della Costituente nazionale (ANC), Diosdado Cabello, per la campagna di diffamazione che è stata promossa da loro dal 2015 contro il leader socialista. Hanno ammesso che la campagna mediatica è stata orchestrata per danneggiare l'immagine di Cabello, con la pubblicazione di notizie infondate cioè di essere legato al traffico di droga. "Deploriamo il danno personale e familiare che abbiamo causato o possiamo aver causato a Diosdado Cabello Rondón con queste pubblicazioni", spiegano in uno dei tre punti della lettera disponibile su internet. Di recente, tra l'altro, Cabello aveva dichiarato che né il proprietario di El Nacional, Miguel Henrique Otero, né il direttore di La Patilla, Alberto Federico Ravell, o i proprietari di Tal cual, saranno perdonati per questo tentativo di diffamazione. "Non li perdono né li scuso, né nulla, perché hanno montato una grande complotto contro un essere umano senza alcuna prova." (LINK)

L'unica "trama furba" è quella di Formigli, a cui piace "to raise hell’. Intrattenimento, (chissà perché femminile).

domenica 12 maggio 2019

I RICCHI VENEZUELANI CHE APPOGGIANO GUAIDO'

"Metto un appartamento in vendita in via Ortega y Gasset a Madrid, nel quartiere di Salamanca, e in meno di due ore ho ricevuto più di dieci telefonate". Non sono dei privati a chiamare, ma agenti immobiliari per conto di cittadini facoltosi con passaporti provenienti da Messico, Venezuela, Colombia, Russia o Ucraina. Nessuno è spagnolo. Si tratta di case in zone di lusso della capitale spagnola, con prezzi anche al di sopra del mercato.
I dati confermano che a Madrid l'acquisto di case di lusso da parte di stranieri in quartieri come Chamberí, Retiro, Salamanca o Moncloa-Aravaca è in piena espansione. Case che in molti casi superano i 10.000 euro al metro quadrato. Se nel 2017, secondo l'annuario Statistico del registro notarile dei beni immobili, la percentuale di abitazioni vendute a stranieri a un valore superiore a 500.000 euro a Madrid era del 6,7%, nel 2018 è passata all'8,4%. Negli ultimi due anni, il 60% delle case di lusso vendute a Madrid sono finite nelle mani di acquirenti non UE.
Parliamo dell
a classe media o medio-alta che ha risorse economiche e vuole stabilirsi in Spagna.

Per quanto riguarda gli investitori venezuelani, la popolazione dei venezuelani senza nazionalità spagnola sta aumentando. Cinque anni fa vivevano poco meno di 32.000 persone, ma alla fine del 2018 erano 57.120. Altre decine di migliaia hanno già ottenuto il passaporto spagnolo o sono in corso senza dover richiedere il "visto d'oro" (che consente l'acquisto di un immobile di valore superiore a 500mila euro senza pagare tasse e la permanenza nel paese per 7 anni per l'intera famiglia - Legge14/2013). La federazione degli agenti immobiliari Fiabci riferisce in uno studio che i venezuelani, tra i latinoamericani, continuano a rappresentare la nazionalità che acquisisce più proprietà a Madrid: fino al 23% delle acquisizioni totali nel 2018 di case di lusso, cioè sopra i 200 mq.

La borghesia venezuelana, appunto, quella che abita
nei quartieri di Altamira e Los Palos Grandes, a cui Guaidò appartiene e di cui difende gli interessi e dove organizza le sue manifestazioni. Quella dove, come riferisce Alessandro Gandolfi per l'Espresso, "Si beve vino e si salutano i vip; dove si frequenta l'esclusivo Country Club, la domenica si visitano le costose gallerie d’arte a Los Galpones o il mercatino “100%chic” all’hotel Renaissance. E la sera a cena, per non ostentare troppo, si chiama lo chef a domicilio al modico prezzo di 50 dollari a testa per cucinare direttamente a casa; dove si fanno iniezioni di botox da 100 dollari e si vive in una bolla di benessere isolata; dove si va in giro con la carta di credito, si frequentano le sfilate, si vive nei loft o nelle ville che ospitano ogni sera feste danzanti tra un selfie e l'altro. «I venezuelani ricchi amano la bella vita ma i soldi li tengono nelle banche americane, non fanno nulla per migliorare questo Paese», dice un famoso imprenditore tedesco  che risiede a Caracas a bordo del campo da golf.

La borghesia venezuelana, quella che detiene
il 98,5% delle società costituite in Venezuela e l'80% dei media nel paese, quella che strilla alla crisi umanitaria, quella che invoca l'intervento militare USA ... e se non dovessero arrivare i cowboy a uccidere gli sporchi indios, per i bianchi ricchi venezuelani c'è sempre ad attenderli la casa di lusso a Madrid.




L'OPPOSIZIONE: "IN VENEZUELA NON C'E' LA DITTATURA"

DEDICATO A TUTTI QUELLI CHE IN ITALIA DICONO CHE IN VENEZUELA C'E' LA DITTATURA. L'OPPOSIZIONE VIOLENTA ANTI CHAVISTA DICE CHE LA DITTATURA NON C'E'. FATEVENE UNA RAGIONE.

Questa signora, María Corina Machado Parisca, leader dell'opposizione, deputata dell'Assemblea Nazionale dal 2011 al 2014, candidata alla Presidenza del Venezuela alle elezioni del 2012, che ha dichiarato che sarebbe tornata a correre nel 2019 se Guaidóg avesse chiesto elezioni, è stata una delle figure di spicco delle violente proteste anti Maduro del 2014. Se non vi basta questo cv, sappiate che la Machado è stata fondatrice ed ex leader di Súmate, accusata di cospirazione per i fondi che Súmate ha ricevuto dal National Endowment for Democracy (NED), l'organizzazione USA fondata nel 1983 con l'obiettivo dichiarato di promuovere la democrazia all'estero.

Bene ... questa pacifica signora antichavista dichiara: "Non è una dittatura e trattarla come una dittatura è un errore ed è per questo che è fallito" (...) "in Venezuela c'è una guerra non convenzionale e per il fatto che alcuni non vogliono riconoscerlo, non cessa di essere la verità".

sabato 11 maggio 2019

WASHINGTON, AMBASCIATA VENEZUELA 11 MAGGIO 2019


Ore 14 del 11 maggio a Washington davanti all'Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
"È così che si presenta oggi la solidarietà. Attivisti provenienti da tutti gli Stati Uniti sono venuti a sostegno del Collettivo a protezione dell'Ambasciata venezuelana. "Chavez vive". (Alina Duarte, giornalista)

GUAIDO' IL FLOP DELLA "MADRE" DI TUTTE LE MANIFESTAZIONI, 11/5/2019

IN DIRETTA DA CARACAS IL CANE 'E CANCIELLO
L'avevamo anticipato l'altro giorno su facebook (*) che sarebbero stati 4 gatti.
Fantastica la bandiera USA
Guaidóg ai 4 scappati dal divano in pelle umana: "non saranno in grado di fermare questa forza inarrestabile, oggi siamo molti di più, perché abbiamo sempre più l'appoggio internazionale". 😂 E poi la nota patetica davanti alle telecamere 'ciao mamma!': "domani è la festa della mamma in Venezuela, ma quanti saranno in grado di celebrarla?" 😂
"Sì, abbiamo parlato con le FANB e con coloro che sono disposti a partecipare alla cessazione dell'usurpazione". Porello insiste ... "Con il Presidente della Colombia sconfiggeremo il terrorismo" (mortacci, che fenomeno. Manco riesce a riempire la piazza Alfredo Sadel, en Las Mercedes!!! 😅 Guardate la grandezza della piazza su google maps 2019)
"I diplomatici cinesi hanno detto che si avvicinano a una soluzione attraverso il gruppo di contatto" (guarda che quelli che hai incontrato al ristorante cinese erano i camerieri 😂. In Cina non ti ci hanno nemmeno voluto - link)
"Abbiamo (io plurale USAeGetta) dato istruzioni all'Ambasciatore Carlos vecchio di incontrare i nostri alleati e il comando meridionale per stabilire un rapporto diretto in termini di cooperazione. In ogni momento ho parlato di cooperazione" (l'invasione militare USA la chiama "cooperazione")
Poi, di nuovo si lascia andare allo sconforto: "Capisco che siete frustrati, ma l'opzione è di non rimanere a casa in attesa, l'opzione è quella di scendere per strada. Senza pressione dei cittadini in strada, non arriveremo da nessuna parte", ma non se lo fila più nessuno, porello.
"Il 30 aprile abbiamo indebolito Maduro, creato una frattura nelle FANB ... stiamo andando bene" 🤣
E poi l'esibizione muscolare: "cooperazione diplomatica, sanzioni e forza. Dobbiamo valutare tutto. Quando ci chiedono qual è l'opzione migliore, è quella che genera il cambiamento più veloce perché oggi siamo in una profonda crisi. La soluzione più rapida è quella di fermare l'usurpatore. Siamo vicini alla libertà". Eia, eia baccalà.



Fine della diretta perché ci siamo scaciottati di ascoltare i deliri di un cane 'e canciello golpista senza esercito e senza popolo.


(*) GUAIDÓG, ANCHE IL 'SUO POPOLO' LO SCARICA.
GuaidógUSAeGetta fa fare un sondaggio su tw dall'account della testata giornalistica molto amica NTN24 Venezuela per 'sondare' la risposta all'ennesima chiamata ad una nuova manifestazione l'11 maggio. Le percentuali non sono significative, anche perché è un sondaggio farlocco. Lo stesso ip address può votare n volte. Quello che invece è interessante sono i commenti degli antichavisti. Non ne possono più di queste convocazioni inutili, sono stanchi di fare da "carne da cannone" per un politico che non ha ottenuto niente. Vogliono solo la guerra. Insomma, il 'suo popolo pacifista' lo scarica.

LA NAVE USA CHE HA VIOLATO LA SOVRANITÀ MARITTIMA DEL VENEZUELA



La nave da guerra degli Stati Uniti CG James WMSL754, Giovedi 9 maggio si è posizionata a 18 miglia nautiche dal porto di La Guaira, nelle acque territoriali della Repubblica Bolivariana del Venezuela, in violazione del diritto internazionale marittimo. Le truppe della marina venezuelana hanno informato l'equipaggio che l'applicazione della legge in mare in quella zona era di esclusiva competenza dello Stato venezuelano.
"Questa nave si stava muovendo verso Puerto Cabello, tanto che abbiamo deciso l'invio di una pattuglia della Marina venezuelana, perché la nave statunitense si trovava nella zona economica esclusiva del Venezuela" - così hanno riportato le autorità nazionali.
Si sa che questa barca appartiene al gruppo di ultima generazione ed è considerata come uno delle più avanzate della flotta statunitense ed è completamente attrezzata per la guerra elettronica e di artiglieria. Apparentemente, la nave sarebbe in "lavoro di riconoscimento" nell'area. Da parte sua, le forze armate nazionali bolivariane (Fanb) hanno inviato la nave Yekuana, al fine di dissuadere la nave statunitense dal lasciare il territorio venezuelano. (LaIguana.TV)

VENEZUELA, EX DIRETTORE DEL SEBIN PASSATO CON I GOLPISTI

STAVA PER ESSERE LICENZIATO E DETENUTO
I DETTAGLI RIVELATI DA MADURO DELL'EX DIRETTORE DEL SEBIN CHE SI E' UNITO AI GOLPISTI

Il Presidente della Repubblica, Nicolas Maduro, ha rivelato Venerdì 10 alcuni dettagli del colpo di stato contro il suo governo, compresa la partecipazione dell'ex direttore del Servizio Bolivariana Intelligence (Sebin), Manuel Ricardo Cristopher Figuera. "E 'stato generale Padrino López, Maikel Moreno e Hernandez Dala che mi hanno avvertito dello strano comportamento del generale (Cristopher Figuera), che doveva essere licenziato dalla carica e arrestato", ha detto Maduro parlando agli studenti della Missione di Ribas, da Plaza Bicentenario del Palazzo Miraflores. Figuera, sarebbe anche responsabile per la detenzione irregolare praticata a gennaio a Juan Guaidó sull'autostrada Caracas-La Guaira. (fonte La Iguana)

venerdì 10 maggio 2019

U.S. SOUTHERN COMMAND: "SE MI INVITI VENGO SUBITO IN VENEZUELA"

"SE MI INVITI VENGO SUBITO IN VENEZUELA EH. FAMMI UN FISCHIO" (Amm. Craig Faller)

Non vede l'ora l'ammiraglio Craig Faller di decidere del destino dei traditori delle FANB. Non vede l'ora il capo del SouthCom che supervisiona le attività militari USA in America Latina e nei Caraibi, di essere invitato da Guaidog per spicciargli casa e ripristinare un po' di ordine. E' pronto, si è fatto la barba, la doccia e vestito di tutto punto. Esattamente come ha fatto nell'operazione Enduring Freedom.

giovedì 9 maggio 2019

VENEZUELA - ITALIA, ANCHE OGGI ABBIAMO FATTO LA NOSTRA 'PORCA' FIGURA.

Dopo Moavero, ecco a voi la "triglia" Tajani.
Non ci era bastata oggi l'uscita della Spagna.

"Mussolini ha fatto anche cose positive" ha dichiarato Antonio Tajani, che poi ha ritrattato dicendo mi sono "sbagliato con l'italiano". Forse non solo con quello ...

Domanda: in quale reato si incorre, essendo deputati europei, nonché presidente del parlamento europeo, nell'appoggiare dei golpisti che dunque violano le leggi costituzionali?

VENEZUELA: SPAGNA, FRANCO O FRANGO?

 "Chiamiamo le cose con il loro nome: si è trattato di un tentato golpe militare" (Ministro degli Esteri Spagnolo, Josep Borrell ieri in una video-intervista al min.1:20:39. www.rtve.es)
Oggi il Governo spagnolo comunica di condannare "fermamente le misure repressive che il regime di Nicolas Maduro ha adottato contro l'Assemblea Nazionale venezuelana e un gran numero di membri della maggioranza dell'opposizione in tale istituzione" (https://t.co/bSL8cs2Ni7). A parte che sono 7 gli accusati di reati di tradimento della Patria, cospirazione, istigazione alla insurrezione, ribellione civile, associazione per delinquere, usurpazione di funzioni e istigazione pubblica alla disobbedienza alle leggi e all'odio per il golpe fallito del 30 aprile scorso.

Ricordiamo alla Spagna che da loro il solo indire un referendum, a cui è seguita la simbolica dichiarazione d’indipendenza, è stato considerato dai giudici spagnoli alla stregua di un colpo di stato. 12 persone andranno a processo alla Corte Suprema perché accusate di ribellione, appropriazione indebita e disobbedienza, con il fine di dichiarare la secessione della Catalogna tra cui l’ex vicepresidente catalano Oriol Junqueras ed altri 11 leader separatisti finiti sotto inchiesta e in prigione per il loro ruolo nel referendum del 2017 sull’indipendenza della Catalogna. 9 di loro sono in carcere preventivo. Rischiano 30 anni. Per altro la "violenza" l’hanno subìta fisicamente gli elettori, con l’azione della polizia nazionale e della guardia civil, che quell’1 ottobre 2017 caricarono i votanti in fila ai seggi sparando proiettili di gomma, con un bilancio finale di oltre 700 feriti tra Barcellona e Girona.
Sul banco degli imputati, oltre che in carcere, sono finiti loro, gli organizzatori e i più alti dirigenti dei Mossos d’Esquadra, la polizia regionale catalana, che di fatto disobbedì all’ordine del governo centrale d’impedire la consultazione, limitandosi a controllare la situazione, spesso senza intervenire.

"Quei governi che simpatizzano con i leader del colpo di stato diventano complici della rivolta militare incostituzionale del 30 aprile. Nella loro legislazione, la sedizione e la ribellione militare sono crimini gravi. I responsabili devono assumersi le proprie responsabilità di fronte alla legge". (J. Arreaza, Ministro degli Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela)

per non cadere in censure, postiamo solo il "frango"

SE 3 MILIONI (di case popolari) VI SEMBRAN POCHI

Il Governo Bolivariano del Venezuela consegna la casa popolare. Il numero raggiunto è pari a 3 milioni. L'obbiettivo dichiarato è 5 mi...