"Chiamiamo le cose con il loro nome: si è trattato di un tentato golpe
militare" (Ministro degli Esteri Spagnolo, Josep Borrell ieri in una
video-intervista al min.1:20:39. www.rtve.es)
Oggi il Governo spagnolo comunica di condannare "fermamente le misure repressive che il regime di Nicolas Maduro ha adottato contro l'Assemblea Nazionale venezuelana e un gran numero di membri della maggioranza dell'opposizione in tale istituzione" (https://t.co/bSL8cs2Ni7). A parte che sono 7 gli accusati di reati di tradimento della Patria, cospirazione, istigazione alla insurrezione, ribellione civile, associazione per delinquere, usurpazione di funzioni e istigazione pubblica alla disobbedienza alle leggi e all'odio per il golpe fallito del 30 aprile scorso.
Ricordiamo alla Spagna che da loro il solo indire un referendum, a cui è seguita la simbolica dichiarazione d’indipendenza, è stato considerato dai giudici spagnoli alla stregua di un colpo di stato. 12 persone andranno a processo alla Corte Suprema perché accusate di ribellione, appropriazione indebita e disobbedienza, con il fine di dichiarare la secessione della Catalogna tra cui l’ex vicepresidente catalano Oriol Junqueras ed altri 11 leader separatisti finiti sotto inchiesta e in prigione per il loro ruolo nel referendum del 2017 sull’indipendenza della Catalogna. 9 di loro sono in carcere preventivo. Rischiano 30 anni. Per altro la "violenza" l’hanno subìta fisicamente gli elettori, con l’azione della polizia nazionale e della guardia civil, che quell’1 ottobre 2017 caricarono i votanti in fila ai seggi sparando proiettili di gomma, con un bilancio finale di oltre 700 feriti tra Barcellona e Girona.
Sul banco degli imputati, oltre che in carcere, sono finiti loro, gli organizzatori e i più alti dirigenti dei Mossos d’Esquadra, la polizia regionale catalana, che di fatto disobbedì all’ordine del governo centrale d’impedire la consultazione, limitandosi a controllare la situazione, spesso senza intervenire.
"Quei governi che simpatizzano con i leader del colpo di stato diventano complici della rivolta militare incostituzionale del 30 aprile. Nella loro legislazione, la sedizione e la ribellione militare sono crimini gravi. I responsabili devono assumersi le proprie responsabilità di fronte alla legge". (J. Arreaza, Ministro degli Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela)
per non cadere in censure, postiamo solo il "frango"
Oggi il Governo spagnolo comunica di condannare "fermamente le misure repressive che il regime di Nicolas Maduro ha adottato contro l'Assemblea Nazionale venezuelana e un gran numero di membri della maggioranza dell'opposizione in tale istituzione" (https://t.co/bSL8cs2Ni7). A parte che sono 7 gli accusati di reati di tradimento della Patria, cospirazione, istigazione alla insurrezione, ribellione civile, associazione per delinquere, usurpazione di funzioni e istigazione pubblica alla disobbedienza alle leggi e all'odio per il golpe fallito del 30 aprile scorso.
Ricordiamo alla Spagna che da loro il solo indire un referendum, a cui è seguita la simbolica dichiarazione d’indipendenza, è stato considerato dai giudici spagnoli alla stregua di un colpo di stato. 12 persone andranno a processo alla Corte Suprema perché accusate di ribellione, appropriazione indebita e disobbedienza, con il fine di dichiarare la secessione della Catalogna tra cui l’ex vicepresidente catalano Oriol Junqueras ed altri 11 leader separatisti finiti sotto inchiesta e in prigione per il loro ruolo nel referendum del 2017 sull’indipendenza della Catalogna. 9 di loro sono in carcere preventivo. Rischiano 30 anni. Per altro la "violenza" l’hanno subìta fisicamente gli elettori, con l’azione della polizia nazionale e della guardia civil, che quell’1 ottobre 2017 caricarono i votanti in fila ai seggi sparando proiettili di gomma, con un bilancio finale di oltre 700 feriti tra Barcellona e Girona.
Sul banco degli imputati, oltre che in carcere, sono finiti loro, gli organizzatori e i più alti dirigenti dei Mossos d’Esquadra, la polizia regionale catalana, che di fatto disobbedì all’ordine del governo centrale d’impedire la consultazione, limitandosi a controllare la situazione, spesso senza intervenire.
"Quei governi che simpatizzano con i leader del colpo di stato diventano complici della rivolta militare incostituzionale del 30 aprile. Nella loro legislazione, la sedizione e la ribellione militare sono crimini gravi. I responsabili devono assumersi le proprie responsabilità di fronte alla legge". (J. Arreaza, Ministro degli Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela)
per non cadere in censure, postiamo solo il "frango"
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