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martedì 17 settembre 2024

"NON E' POSSIBILE COMBATTERE IL FASCISMO SENZA ATTACCARE IL SUO FRATELLO GEMELLO, L'IMPERIALISMO”. (Juan Marinello)

Nel 1937, quando la Repubblica spagnola resistette all'assalto delle truppe franchiste, appoggiate con decisione da Hitler e Mussolini, e di fronte al silenzio complice della maggior parte dei governi europei, si levò a Valencia il clamore dei migliori intellettuali del momento. Da lì in poi Juan Marinello affermava: “non è possibile combattere il fascismo senza attaccare il suo fratello gemello, l’imperialismo”.

Oggi gli Stati Uniti hanno molti fronti aperti nel mondo. Alimentano conflitti in Europa, nel Medio Oriente, in Estremo Oriente – per parlare solo di quelli più conosciuti in questo momento – e, anche all’interno del Paese, si alimentano conflitti che mettono a rischio la loro stessa versione di democrazia. Niente di tutto ciò impedisce loro di dimenticare la nostra regione, che continuano a considerare il loro cortile.

Eredi di una storia bicentenaria basata su formulazioni come l'“impero della libertà” proclamato da Jefferson, con il suo inevitabile corollario nella Dottrina Monroe e nella politica del Destino Manifesto; In linea con le decine di interventi diretti o indiretti, caserme, colpi di stato giudiziarii, blocchi e pressioni di ogni tipo avvenuti in America Latina e nei Caraibi dalla metà del XIX secolo ad oggi, gli Stati Uniti mantengono intatta la loro vocazione imperiale nel corso dei secoli. territori a sud del Rio Grande e lo rinnovano ancora e ancora.

Una costante in questi due secoli di ingerenza è l’ossessione di distruggere qualsiasi progetto sovrano o moderatamente progressista nella regione, per non parlare, ovviamente, della guerra aperta e implacabile contro coloro che difendono le alternative rivoluzionarie. In un momento in cui nel mondo e nel nostro Continente assistiamo all’avanzata dell’estrema destra, gli attacchi si moltiplicano e diventano più evidenti. Nel frattempo, una nuova lady di ferro, il generale Richardson, capo del terrificante Comando Sud, percorre parte della nostra geografia – recentemente Cile, come prima Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador, Perù e Uruguay –, affinché tutti ricordino chi comanda. .

Ma ci sono popoli che non obbediscono né accettano imperi, dottrine o destini manifesti. Per questo motivo oggi si leva contro il Venezuela la più accanita crociata destabilizzatrice, che comprende di tutto, dalla violenza fascista, ai complotti armati come quello denunciato pochi giorni fa, alle sfacciate ingerenze di governi stranieri, all’incessante campagna diffamatoria attraverso politiche egemoniche. media, piattaforme digitali e social network.

Il tutto senza escludere le sanzioni economiche: l’arma che Lester D. Mallory, oscuro vicesegretario di Stato per gli Affari Interamericani, raccomandò, nel caso cubano, nel 1960, per “provocare la fame, la disperazione e la rovesciamento del governo." ”. La stessa arma che dieci anni dopo, appena eletto Salvador Allende, il presidente Nixon, conosciuto dai suoi connazionali anche come Dirty Dick, avrebbe ordinato di usare al suo Segretario di Stato: “dobbiamo far scricchiolare l’economia cilena”. Simile anche a quello utilizzato dieci anni dopo contro la Rivoluzione Sandinista, e così comune oggi in gran parte del mondo.

Essendo il più scandaloso e aperto, l’attacco contro il Venezuela – come contro Cuba, che presto compirà 65 anni – non è unico. Lo spettro di un colpo di stato incombe nuovamente sull'Honduras, quando quello precedente è ancora fresco nella memoria dei suoi cittadini. Da parte sua, il presidente Gustavo Petro ha avvertito che “è iniziato un colpo di stato in stile colombiano”. E in Messico, il governo di López Obrador ha deciso di sospendere le relazioni con gli Stati Uniti a causa dell’ingerenza dei suoi funzionari nelle decisioni che riguardano esclusivamente i messicani.

L’unità dei rivoluzionari fu una delle principali rivendicazioni del Congresso mondiale contro il fascismo che si tenne a Caracas il 10 e 11 settembre. Oggi vediamo con dolore e angoscia che nella sorella Bolivia si sta sviluppando una divisione suicida che non può che avvantaggiare le forze fasciste e l’Impero. Le stesse forze – quelle sinistre gemelle – che il Congresso ha chiamato ad affrontare, come uno dei pericoli più grandi che oggi l’umanità soffre, con la creazione di un’Internazionale antifascista.

Dalla Casa delle Americhe ratifichiamo tutto il nostro sostegno alla nascente Internazionale Antifascista e alla sua decisione di fare di Nuestra America e del mondo uno spazio dove, sopra ogni cosa, prevalga il diritto alla vita e alla dignità umana.

L'Avana, 17 settembre 2024

Fonte: Blog REDH-Cuba


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