domenica 12 maggio 2019

I RICCHI VENEZUELANI CHE APPOGGIANO GUAIDO'

"Metto un appartamento in vendita in via Ortega y Gasset a Madrid, nel quartiere di Salamanca, e in meno di due ore ho ricevuto più di dieci telefonate". Non sono dei privati a chiamare, ma agenti immobiliari per conto di cittadini facoltosi con passaporti provenienti da Messico, Venezuela, Colombia, Russia o Ucraina. Nessuno è spagnolo. Si tratta di case in zone di lusso della capitale spagnola, con prezzi anche al di sopra del mercato.
I dati confermano che a Madrid l'acquisto di case di lusso da parte di stranieri in quartieri come Chamberí, Retiro, Salamanca o Moncloa-Aravaca è in piena espansione. Case che in molti casi superano i 10.000 euro al metro quadrato. Se nel 2017, secondo l'annuario Statistico del registro notarile dei beni immobili, la percentuale di abitazioni vendute a stranieri a un valore superiore a 500.000 euro a Madrid era del 6,7%, nel 2018 è passata all'8,4%. Negli ultimi due anni, il 60% delle case di lusso vendute a Madrid sono finite nelle mani di acquirenti non UE.
Parliamo dell
a classe media o medio-alta che ha risorse economiche e vuole stabilirsi in Spagna.

Per quanto riguarda gli investitori venezuelani, la popolazione dei venezuelani senza nazionalità spagnola sta aumentando. Cinque anni fa vivevano poco meno di 32.000 persone, ma alla fine del 2018 erano 57.120. Altre decine di migliaia hanno già ottenuto il passaporto spagnolo o sono in corso senza dover richiedere il "visto d'oro" (che consente l'acquisto di un immobile di valore superiore a 500mila euro senza pagare tasse e la permanenza nel paese per 7 anni per l'intera famiglia - Legge14/2013). La federazione degli agenti immobiliari Fiabci riferisce in uno studio che i venezuelani, tra i latinoamericani, continuano a rappresentare la nazionalità che acquisisce più proprietà a Madrid: fino al 23% delle acquisizioni totali nel 2018 di case di lusso, cioè sopra i 200 mq.

La borghesia venezuelana, appunto, quella che abita
nei quartieri di Altamira e Los Palos Grandes, a cui Guaidò appartiene e di cui difende gli interessi e dove organizza le sue manifestazioni. Quella dove, come riferisce Alessandro Gandolfi per l'Espresso, "Si beve vino e si salutano i vip; dove si frequenta l'esclusivo Country Club, la domenica si visitano le costose gallerie d’arte a Los Galpones o il mercatino “100%chic” all’hotel Renaissance. E la sera a cena, per non ostentare troppo, si chiama lo chef a domicilio al modico prezzo di 50 dollari a testa per cucinare direttamente a casa; dove si fanno iniezioni di botox da 100 dollari e si vive in una bolla di benessere isolata; dove si va in giro con la carta di credito, si frequentano le sfilate, si vive nei loft o nelle ville che ospitano ogni sera feste danzanti tra un selfie e l'altro. «I venezuelani ricchi amano la bella vita ma i soldi li tengono nelle banche americane, non fanno nulla per migliorare questo Paese», dice un famoso imprenditore tedesco  che risiede a Caracas a bordo del campo da golf.

La borghesia venezuelana, quella che detiene
il 98,5% delle società costituite in Venezuela e l'80% dei media nel paese, quella che strilla alla crisi umanitaria, quella che invoca l'intervento militare USA ... e se non dovessero arrivare i cowboy a uccidere gli sporchi indios, per i bianchi ricchi venezuelani c'è sempre ad attenderli la casa di lusso a Madrid.




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