martedì 18 dicembre 2018

EL NACIONAL FALLISCE, MA PER GLI USA #HASTATOMADURO. LE GAMBE CORTE DELLA MANIPOLAZIONE

EL NACIONAL FALLISCE, MA PER GLI USA #HASTATOMADURO #cosechenonvidicono

Tutto il mondo è paese. Il 26 marzo 2016, il quotidiano britannico The Independent ha celebrato 40 anni di storia chiudendo la sua edizione cartacea, con il titolo "Ferma le macchine!". Lo storico quotidiano aveva raggiunto 400.000 copie al giorno negli anni '90, nel 2008 aveva perso l'85% dei lettori del cartaceo. Nessuno ha gridato alla "repressione dittatoriale" di David Cameron.
Così come nessuno ha avuto da ridire qualcosa contro il governo spagnolo di Rajoy, quando nel 2015, ben 375 testate hanno chiuso i battenti e lasciato a casa 12.000 giornalisti, portando le vendite dei quotidiani nel 2016 a 2,1 milioni di copie con una perdita superiore al 50% in 15 anni. Negli USA non va molto meglio: calo del 21% dei ricavi pubblicitari nel terzo trimestre del 2016 delle 3 testate più importanti: The Wall Street Journal, The Times e The New York Times. #hastatoObama? No, "è la stampa bellezza". Le rotative chiudono in tutto il mondo e a tutte le latitudini, tutte per le stesse ragioni (che sarebbe lungo analizzare in questo post). Ma su una di queste vale la pena soffermarsi: con l'ascesa del neoliberismo e la caduta del mondo socialista, molte aziende giornalistiche tradizionali, che erano state nelle mani di famiglie dedite da generazioni all'informazione, iniziarono a cambiare mano. In paesi come gli Stati Uniti, sono stati sottoposti al controllo diretto delle banche, dell'industria delle armi e dell'intrattenimento. Il loro ruolo di portavoce della società ha cominciato a sfumare rapidamente.
Qualcosa di simile è accaduto in Venezuela, con la particolarità che dal 1999, quasi tutti i media privati ​​(stampa, radio e televisione) avevano già rinunciato al loro ruolo e si erano mutati in organi dei partiti politici di opposizione, il cui unico obiettivo era rovesciare o sconfiggere il governo di Hugo Chávez. Insomma, divennero portavoce di una oligarchia, la classe media anti-Chavez radicalizzata. Dal 2002 si sono auto-flagellati fino al punto di morire, perché si sa la lealtà dei fan ha vita breve, quando si rompe il patto con la verità.
Fino alla morte del Comandante Chávez, la stampa in Venezuela, in particolare i giornali stampati, erano già in crisi profonda, come ovunque d'altronde. Consapevoli della situazione che si stava profilando, diversi grandi gruppi editoriali in Venezuela hanno scelto di vendere le loro aziende prima che andassero in bancarotta. Lo hanno fatto come i capitalisti fanno queste cose: con cinismo. "Business is business". Molte di queste operazioni erano totalmente opache per l'acquirente. Coloro che hanno acquistato quelle "auto usate" hanno scoperto i "vizi" solo più tardi. Troppo tardi. El Nacional invece si è tenuto la macchina rotta, devastata da un modello di business fallito da decenni, da un modo di fare giornalismo che va a pezzi ovunque (soprattutto se la specialità è la manipolazione dell'informazione, come nel caso de El Nacional), dal suo ruolo di grancassa di una opposizione fallita.
Ma gli USA e i suoi laqué strillano "#hastatomaduro".
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Le menzogne, la diffamazione, la manipolazione però hanno le gambe corte:
"Un gruppo di dirigenti del quotidiano El Nacional ha chiesto scusa Sabato 15 dicembre pubblicamente al presidente della Costituente nazionale (ANC), Diosdado Cabello, per la campagna di diffamazione che è stato promossa nel 2015 da loro contro il leader socialista".
Hanno ammesso che la campagna orchestrata per danneggiare l'immagine di Cabello, con la pubblicazione di notizie infondate di essere legato al traffico di droga.
"Deploriamo il danno personale e familiare che abbiamo causato o possiamo aver causato a Diosdado Cabello Rondón con queste pubblicazioni", spiegano in uno dei tre punti della lettera.

Di recente, tra l'altro, Cabello aveva dichiarato che né il proprietario di El Nacional, Miguel Henrique Otero, né il direttore di La Patilla, Alberto Federico Ravell, o i proprietari di Tal cual, saranno perdonati per questo tentativo di diffamazione. "Non li perdono né li scuso, né nulla, perché hanno montato una grande complotto contro un essere umano senza alcuna prova."

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