martedì 14 maggio 2019

IL MINIMO STORICO DELLA STAMPA USA IN VENEZUELA



Come scrisse il famoso scrittore latinoamericano Eduardo Galeano, "ogni volta che gli Stati Uniti" salvano "un paese, lo trasformano in un manicomio o in un cimitero." Naturalmente, mentre osserviamo i relitti lasciati dagli Stati Uniti in paesi come Iraq, Afghanistan, Libia, Somalia, Siria, El Salvador, Guatemala e Honduras, constatiamo che questa affermazione è inconfutabile. Eppure, ora che gli Stati Uniti sono pronti per un altro intervento, questa volta in Venezuela, la stampa è di nuovo lieta di rincuorarla.

Analizzando 76 articoli della stampa "d'élite" dal 15 gennaio al 15 aprile 2019, Fairness & Accuracy In Reporting (FAIR -
organizzazione di analisi dei media che ha sede in New York) non riusciva a trovare una sola voce che si opponesse ai piani del regime di Trump in Venezuela. Il 54% li supportava apertamente. Naturalmente, questo non dovrebbe sorprendere data la nota complicità della stampa nel fare da cassa di risonanza delle menzogne belliche USA (come ad esempio in Golfo di Tonkin, l'uccisione di bambini in Kuwait, il WMDS dell'Iraq e il presunto Viagra-stupro in Libia). Le attuali bugie di guerra arrivano velocemente e violentemente da canali come la CNN che ha mentito sul incendio agli aiuti umanitari da parte di Maduro al confine colombiano (erano infatti state le forze di opposizione, come ha dovuto poi ammettere anche il NYT due settimane dopo) e ha affermato che il burattino degli Stati Uniti, Juan Guaidò, avesse vinto le elezioni presidenziali contro Nicolas Maduro quando in realtà Guaidò non è nemmeno mai stato candidato alla presidenza.

Ciò che è piuttosto sorprendente, tuttavia, è l'unanimità totale della stampa che copre acriticamente e sostiene il golpe in corso in Venezuela. Questo è sconcertante perché gli stessi organi di stampa che sono stati giustamente critici nei confronti di Trump per tutta la sua stupidità, le menzogne e la sua meschinità, lo hanno trovato improvvisamente brillante, veritiero e benevolo quando si è trattato del Venezuela. Ciò è particolarmente degno di nota dato che i suoi partner in questo crimine sono il Neo-Con John Bolton; l'ex direttore della CIA Mike Pompeo, che recentemente ha scherzato sul fatto che il vero motto della CIA è "Abbiamo mentito, abbiamo ingannato, abbiamo rubato"; e un condannato, il bugiardo Elliott Abrams. Per quanto riguarda Abrams, è famoso per il suo ruolo nel finanziamento illegale dei Contras nicaraguensi; la sua copertura del massacro di El Mazote in El Salvador in cui circa 1000 civili, per lo più donne e bambini, furono uccisi dalle forze appoggiate dagli Stati Uniti; e il suo aiuto e favoreggiamento del genocidio sostenuto dagli Stati Uniti in Guatemala.

Eppure, in qualche modo, dovremmo credere alla nostra stampa "libera" che questa banda di ladri consegnerà la democrazia e i diritti umani al Venezuela. Non importa il fatto che Trump sia diventato Presidente dopo aver perso contro Hillary Clinton per quasi 3 milioni di voti, e che gli Stati Uniti, nelle parole dell'ex presidente Jimmy Carter, non abbiano più una democrazia funzionante. Per quanto riguarda il Venezuela, d'altra parte, Carter ha detto che il suo sistema elettorale è "il migliore del mondo".

Nel frattempo, questa stessa stampa non libera ci racconta incessantemente di tutte le privazioni e le difficoltà del Venezuela, rifiutandosi di spiegare come questo stato di cose sia in gran parte il risultato delle brutali sanzioni statunitensi, come affermato anche dal
l'esperto delle Nazioni Unite Dr. Alfred de Zayas. Di recente, il rispettato economista Jeffrey Sachs è coautore di un rapporto che mostra che, dall'agosto del 2017, oltre 40.000 venezuelani sono morti a causa delle sanzioni statunitensi che hanno privato il Venezuela di cibo e medicine salvavita. Ma pochi lo sanno, perché le voci di de Zayas e Sachs non vengono mai ascoltate dalla stampa ufficiale.

Inoltre, sono inascoltati i 6 milioni di venezuelani che hanno votato per Nicolas Maduro nel maggio 2018, molti dei quali si riversano nelle massicce manifestazioni filogovernative. Invece, la stampa fa scorrere fiumi d'inchiostro per far parlare personaggi, prevalentemente bianchi, benestanti e anglofoni che sostengono l'opposizione, dando la falsa impressione che Maduro non abbia alcun sostegno.

Inoltre, in modo orwelliano, la stampa si rifiuta di chiamare l'attuale spinta per una rivolta militare in Venezuela un "colpo di stato", mentre allo stesso tempo si riferisce a Maduro invariabilmente come "repressivo" e come "dittatore" e il suo governo come "regime."

In breve, invece di mostrare i due lati della storia, la stampa ce ne dà uno, ignora i fatti cruciali e ci dice come dovremmo vedere la situazione in Venezuela. Questo non è affatto giornalismo, ma propaganda nuda e cruda, ed è vergognosa.

Nonostante tutte le pressioni, le minacce, le menzogne degli Stati Uniti, il popolo venezuelano non ha dato il suo sostegno a Juan Guaidò - un uomo che l'80% dei venezuelani non aveva mai sentito nominare fino a quando non si è autoproclamato presidente.
Quello che stiamo vedendo in Venezuela non è altro che un tentativo di colpo di stato compiuto dagli Stati Uniti, dello stesso tipo di quelli che hanno portato al potere in Cile quei cialtroni come il generale Pinochet. Ma uno non lo saprebbe mai dalla nostra stampa ufficiale che ha deciso di essere il portavoce del Dipartimento di Stato invece di operare un controllo su un Presidente e su una follia nazionale.

Daniel Kovalik insegna International Human Rights alla School of Law dell'Università di Pittsburgh ed è l'autore di The Plot to Overthrow Venezuela, in uscita, su come gli Stati Uniti stanno orchestrando un golpe militare per il petrolio, con la prefazione di Oliver Stone.

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