Julián Isaías Rodríguez Díaz ha rassegnato le sue dimissioni da
ambasciatore del Venezuela a Roma. Giurista, accademico, politico,
diplomatico e poeta venezuelano, membro dell'attuale Assemblea Nazionale
Costituente, ha lamentato seri problemi di salute. Secondo quanto
riferisce l'ANSA, in una lunga lettera indirizzata a Nicolàs Maduro, ha
ribadido di "condividere la causa" del presidente ma di non poter più
proseguire nella sua missione per le
troppe difficoltà, soprattutto finanziarie, dovute alle sanzioni Usa
sostenute dal sistema bancario italiano che hanno reso il suo lavoro
quotidiano impossibile. L'ambasciatore chiarisce a Maduro che "essa non
deve essere accolta o respinta, perché è definitiva". Sempre rivolto al
capo dello Stato, Rodríguez spiega che "la sua causa è la mia, mi ha
trattenuto come un campo magnetico, come una calamita. Con una fede
assoluta mi sono aggrappato al chavismo, come fosse una tavola
nell'oceano di contraddizioni che circonda il suo governo".
E
prosegue La Stampa: Rodriguez ha lamentato di aver visto «troppo
marketing» nell’entourage di Maduro e del suo predecessore, Hugo Chavez.
L’ambasciatore nei giorni scorsi aveva spiegato di non poter più pagare
gli stipendi allo staff, né l’affitto a causa dell’embargo promosso
dagli Usa, con un debito nei confronti delle autorità italiane di «quasi
nove milioni di euro». Ora, a 77 anni, ha spiegato di volersi dedicare a
«fare il nonno». «Lascio senza rancori e senza denaro», ha sottolineato
Rodriguez, «mia moglie ha appena venduto i vestiti che gli aveva
regalato il suo precedente marito per poter sopravvivere di fronte
all’embargo nordamericano e sto cercando di vendere l’auto che ho
comprato quando sono arrivato in ambasciata e come lei sa non ho un
conto bancario perché i `gringos´ mi hanno sanzionato e la banca
italiana mi ha chiuso le porte».
Rodriguez aveva avuto diverse
discrepanze con alcuni Ministri. Una delle più recenti quella per il
padiglione del Venezuela alla Biennale di Venezia che aveva disertato
per protesta. "Ho capito definitivamente che non posso trasformare
l'acqua in vino, né resuscitare i morti. Molti dei suoi discepoli hanno
pochissimi apostoli, e per questo ci chiediamo tutti: è la chiesa o il
dio che sta fallendo?", scrive in uno dei suoi passi.
Ricordiamo due link importanti, per chi volesse approfondire la notizia:
1) La lettera di Rodriguez LINK
2) L'intervista all'Ambasciatore, pubblicata solo da noi, del 21 dicembre 2018 che ci è costata pesanti attacchi LINK
3) I pasticci-ni della solidarietà bolivariana a Roma LINK
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