Mosca smentisce le cifre sul debito contratto dal Venezuela con la Federazione russa, assicurando che le ricostruzioni della stampa sono “esagerate”.
L’importo di 17 miliardi di dollari che la Russia avrebbe
investito e prestato al Venezuela è esagerato. A dichiararlo
il vicepresidente della Duma, Michail Emeljanov. Secondo il
vicepresidente della camera bassa russa con delega alle riforme e alla
legislazione, infatti, la parte non pagata del prestito ammonta a $4MLD.
“La somma che viene citata è di 17 miliardi di dollari… Ma
questa è una cifra artificiale: questo è l’importo totale, sia degli
investimenti accumulati della Federazione russa in Venezuela che i
prestiti emessi a favore del paese latinoamericano. Alcuni di questi
prestiti sono già stati restituiti da molto tempo, compresi quelli
militari. Quanto agli investimenti fatti nell’industria petrolifera sono
molto difficili da confiscare anche in caso di cambio di governo a
Caracas, sono stati fatti tutti in accordo con i principi del diritto
internazionale” – ha spiegato Emeljanov ai giornalisti.
Secondo il deputato, gli investimenti russi nell’industria
petrolifera venezuelana sono sicuri. “Se arriva un nuovo governo, non è
affatto certo che porteranno via tutto così facilmente con un tratto di
penna” – ha osservato Emeljanov, ribadendo che la posizione degli
investimenti russi in ambito energetico e petrolifero è protetta dalla
legislazione internazionale.
Emeljanov ha ricordato inoltre che i leader dell’opposizione
hanno già dichiarato in diverse occasioni che la cooperazione militare
con la Federazione russa e la Repubblica Popolare Cinese sarà interrotta
qualora Guaidó sostituisse Maduro alla guida del Venezuela, ma che la
cooperazione economica continuerà e tutti i trattati rimarranno in
vigore. Mosca e Pechino, oltre ad essere i principali alleati
internazionali di Nicolás Maduro, sono anche i principali creditori del
governo di Caracas. In diverse occasioni il leader dell’opposizione Juan
Guaidó per convincere Russia e Cina ad abbandonare Maduro ha ripetuto
che un cambio di governo a Caracas è anche nell’interesse di Mosca e
Pechino, poiché avrebbero di fronte un governo solvente e non il
chavismo che, a suo dire, è responsabile della bancarotta dello stato
venezuelano. Mosca ha sempre ribadito che la presidenza di Guaidó “non
esiste”.
“Se parliamo della parte non pagata del prestito, stimiamo
che siano 4 miliardi” – ha concluso Emeljanov per rassicurare sulla
tenuta dell’esposizione di Mosca nei confronti di Caracas.
Secondo Emeljanov, inoltre, la crisi in Venezuela è dovuta al crollo del prezzo del petrolio,
che ha ridotto notevolmente gli introiti dello stato. Di questo calo
dei prezzi “hanno approfittato gli Stati Uniti per destabilizzare la
Repubblica Bolivariana”.
(fonte: LINK)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
CONTRO IL PASSAGGIO DI BOLIVAR, GLI EROI INVERTITI DEL NEOCOLONIALISMO
di Geraldina Colotti - 12 ottobre 2024 Nel giorno della resistenza indigena, condivido queste riflessioni che condividiamo con il Centro Naz...
-
Se il popolo latinoamericano vuole essere efficace di fronte al colonialismo, deve prestare attenzione alla questione della decolonizzazione...
-
Abbiamo già scritto che il 10 e 11 settembre si è tenuto a Caracas il primo Congresso internazionale contro il fascismo, il neofascismo ed ...
-
Nel 1937, quando la Repubblica spagnola resistette all'assalto delle truppe franchiste, appoggiate con decisione da Hitler e...
Nessun commento:
Posta un commento