Dopo il sedicente Gruppo di Lima la strategia imperialista anti Maduro
prevede la nascita di altri sedicenti organismi, con l’unico scopo di
aumentare il caos. La Colombia annuncia la nascita di Prosur per
sostituire il blocco regionale Unasur (l’Unione delle nazioni
sudamericane), creata 10 anni fa dal compianto leader socialista
venezuelano Hugo Chavez per contrastare l'influenza degli Stati Uniti
nella regione. Ne faranno parte l'Argentina, il Brasile, il Cile, il
Paraguay e il Perù con l’obiettivo dichiarato di contrastare l’influenza
del Venezuela. "Stiamo avanzando verso la fine di Unasur e la creazione
di Prosur ... una piattaforma sudamericana per il coordinamento delle
politiche pubbliche, la difesa della democrazia, le istituzioni
indipendenti e le economie di mercato", ha detto Duque in un'intervista
radiofonica. "È molto importante che (Unasur), che è stato un
sostenitore della dittatura del Venezuela, sia chiuso", ha continuato
Duque.
Bolsonaro, di estrema destra e che ha elogiato la dittatura
militare del suo paese nel 1964-85, ha promesso di colpire il Venezuela.
Sabato il Brasile ha dichiarato di aver riconosciuto Juan Guaido, capo
del Congresso venezuelano di opposizione, come presidente legittimo del
Venezuela. Solo una settimana fa, pochi al di fuori del Venezuela
conoscevano Juan Guaidó. Perché? Semplicemente non è mai pervenuto e la
sua è una figura creata a tavolino per rianimare l'opposizione
moribonda. I suoi commenti su tw, il cui account è ovviamente schizzato
da 100.000 a 334.000 follower, sono preveggenti. Lui sa sempre cosa
accadrà dopo qualche ora e pensa che il suo nemico è così stupido che fa
puntualmente ed esattamente quello che lui ha previsto e sempre a
favore di telecamera. Perché perseguendo o perseguitando Guaidó
vogliono farlo diventare un martire. Come è accaduto domenica con il
finto arresto durato il tempo necessario per fare le foto e i filmati
mentre andava tranquillamente ad una manifestazione.
Lo
sconosciuto borghese Guaidó ha fatto parte di uno movimento studentesco
antichavista ed è salito alle cronache solo per essersi calato i
pantaloni ed aver esibito il deretano in segno di protesta. La figura
giusta, in una strategia di breve periodo, perché senza storia e
plasmabile a piacimento. Guaidó è stato messo a capo dell'Assemblea
nazionale controllata dall'opposizione e sostenuta da Cile e Colombia.
Anche il capo dell'Organizzazione degli Stati americani, Luis Almagro, e
il nuovo presidente di estrema destra del Brasile, Jair Bolsonaro,
hanno riconosciuto Guaidó come presidente ad interim del Venezuela, che
però, a differenza di quanto scrive la stampa anche nostrana, non ha
ancora rivendicato questo ‘mantello’. Poverello, è sedicente Presidente
a sua insaputa. Non è una cosa di poco conto, perché il fatto è stato
oggetto di un incidente cybernautico, quello con Wikipedia domenica
scorsa. Il livello dello scontro viene fatto salire a tavolino con lo
scopo (come abbiamo anticipato e ampiamente trattato ieri), in questa
fase, per far perdere al Venezuela i suoi diritti di controllo sulla
compagnia petrolifera Citgo con sede negli Stati Uniti. Lo confermano
anche gli USA: "Se il governo degli Stati Uniti riconosce Juan Guaidó
come presidente, i tribunali degli Stati Uniti vedrebbero il suo
governatore come l'unico in grado di gestire i beni ", ha dichiarato
Francisco Rodríguez, capo economista presso la società di investimento
Torino Capital di New York. "Un governo parallelo potrebbe avere un
potere economico significativo". Non solo: un gruppo di obbligazionisti
ha detto venerdì che non negozierà i pagamenti imminenti con il governo
di Maduro a causa della sua presunta illegittimità. La macchina
imperialista anti Maduro è al lavoro a pieno regime per mettere in
ginocchio il popolo venezuelano in tempi rapidi. Sempre dagli USA la
stampa scrive “La più grande sfida, però, è l'esercito”. La strategia
imperialista prevede non solo tentativi di corruzione, ma anche
diffondere il dubbio, tant’è che scrivono “c'è un piccolo segno
esteriore che le forze armate potrebbero presto ribellarsi contro di
lui”. Film già visto. La Siria e la Libia lo conoscono bene.
#ResistenzaBolivariana
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