In realtà La Jornada ha una storia sui generis. Fondarono
una società giornalistica che non aveva come alleati e amici soci capitalisti,
ma piuttosto soci artisti ed esponenti culturali di spicco. Cominciarono a
raccontare storie di un paese che per il resto dei media non esisteva,
raccontando di tutto, da un terremoto e un’eclissi, agli aspetti del disastro
economico portato in Messico dal feroce neoliberismo, con il suo fardello di
esclusione, discriminazione e povertà. per le grandi maggioranze.
In questi 40 anni è andato oltre la geografia messicana
per essere il giornale dei paesi di lingua spagnola, in particolare
dell'America Latina, e ha onorato la capitale con cui è emerso: la sua
credibilità.
Lungo il percorso, è riuscito miracolosamente a
sostenersi e a mantenere i valori della professione, costruendo ponti con i
cittadini desiderosi di sapere di più e meglio su ciò che stava accadendo nella
loro nazione e sul loro pianeta. Ha sempre agito a fianco, in nome e per conto
di quella gran parte dei paesi del Sud che non si rassegnano alla manipolazione
e alla banalità e ha rispettato con coerenza e coraggio il principio secondo
cui “una Rivoluzione vessata, assediato, non sarà mai attaccato dal giornale”,
l’idea di Carlos Payán, direttore fondatore di La Jornada, che onora la
pubblicazione e che è stata mantenuta contro ogni previsione in tutti questi
anni.
La Jornada è onorata anche della sua solidarietà con i
giornalisti cubani. I professionisti del nostro Paese non dimenticheranno mai
che, nel momento peggiore dell’epidemia di COVID e quando il governo degli
Stati Uniti si rifiutò di fornire ossigeno a Cuba, il giornale inviò medicinali
che salvarono la vita a numerosi colleghi.
Nel 40° anniversario della sua fondazione, riceva La
Jornada, il giornale di tutti noi che celebriamo il giornalismo impegnato, le
congratulazioni e la gratitudine dei giornalisti cubani.
PRESIDENZA DELL'UNIONE DEI GIORNALISTI DI CUBA
(Nell'immagine di copertina, la direttrice del quotidiano La Jornada, Carmen Lira Saab e il premio Nobel Gabriel García Márquez nei giorni della fondazione del quotidiano messicano)
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