Foto di Prensa Latina |
Si è tenuta ieri una riunione convocata dall'Ambasciatore di Cuba in Italia, José Carlos Rodríguez, allo scopo di chiedere a gran voce un no all'interferenza e alle minacce di guerra al Venezuela. La riunione, la prima di altre che seguiranno, si rende necessaria di fronte all'aggravarsi degli attacchi USA contro il Venezuela e Cuba. All'evento
hanno partecipato funzionari diplomatici provenienti da Venezuela,
Messico, Bolivia, Uruguay, Repubblica Dominicana e Haiti, insieme a
leader italiani di movimenti e partiti politici, attivisti sociali e
personalità della scienza e della cultura.
Abbiamo trasmesso ieri in diretta gli interventi degli Ambasciatori di Cuba (LINK) e Venezuela (LINK).
Riteniamo però importante riportare uno stralcio dell'intervento dell'Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia, Julián Isaías Rodríguez Díaz sugli aspetti giuridici poco noti che riguardano il Diritto Internazionale e le vicende che toccano non solo il Venezuela, ma anche tutti i paesi del mondo.
"La minaccia di guerra contro il Venezuela è latente. Non si è dissolta con l’ultima votazione del Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite. I veti hanno lasciato più interrogativi di prima. Il ricatto bellico per fare terrorismo psicologico prosegue non solo in Venezuela ma anche in tutta l’America Latina. Si mantengono aperte le possibilità di intervento non solo in Venezuela ma anche a Cuba, in Nicaragua, in Bolivia che rimangono in piedi, contro chiunque si opponga al pensiero unico degli USA. L’ultima volta che la Comunità Internazionale ha assistito a qualcosa di simile a quello che sta accadendo in Venezuela è stato nel 2003. Una coalizione come quella di oggi complice degli Stati Uniti aveva deciso di invadere l’Iraq. Subito dopo l’Afghanistan, la Siria, la Libia. Tutte queste guerre sono state precedute dal false notizie. La confusione generata permette all’opinione pubblica di accettare pacificamente qualsiasi sproposito statunitense. La crisi di oggi nell’America Latina e soprattutto quella in Venezuela è caratterizzata da metodi e circostanze molto simili a quelle presenti in Iraq, Afghanista, Siria, Libia. Tutti questi paesi sono produttori di petrolio e due delle componenti essenziali in comune sono: l’aggressione e la disinformazione. Il blocco finanziario contro il Venezuela ha causato danni per 350miliardi di dollari dal 2013 ad oggi. Non ha solo causato danni materiali. Abbiamo avuto nel 2013 centinaia di morti. Non solo per le sanzioni unilaterali arbitrali che hanno portato la nostra economia ad una condizione di asfissia ma perché hanno creato i presupposti affinché l’esercito e altre settori abbattono il Governo del Presidente Maduro. C’è stato il golpe del 2002 e 4 tentativi successivi, nel 2014, 2016, 2017 e nel 2018. Ora stanno saggiando un nuovo metodo. Il riconoscimento di un impostore come capo di stato è una tattica con la quale pensano che possono confondere il popolo venezuelano. Sappiamo tuttavia che il riconoscimento da parte di un governo straniero non può legittimare dei governanti in nessuna parte del mondo. Ce lo ha insegnato il Messico con una dottrina nota come Estrada. Riconoscere come Governo uno che esiste solo negli uffici politici stranieri è una grottesca violazione del Diritto Internazionale. I Governi sono legittimati solo dal popolo e dalla sovranità. Nel caso Venezuelano possiamo invocare un altro principio, molto chiaro nel diritto internazionale ed è quello dell'efficacia. Secondo questo principio, e la dottrina Estrada ce lo ha insegnato, chi controlla il governo reale di un paese è quello che controlla effettivamente il paese, quello che ha il potere di affermare la sua autorità come stato, che indipendentemente che lo si consideri o no legittimo può adempiere ai suoi obblighi internazionali. Lo ha affermato anche Borrell, Ministro degli Esteri spagnolo, i giorni scrosi. “Abbiamo riconosciuto Guaido’, ma le nostre relazioni reali ed effettive sono con il Governo del Presidente Nicolas Maduro”. (LINK)
Ma c’è dell’altro: vi sorprenderete con quanto vi prospetterò. Il primo luogo dove si è prospettato il riconoscimento di governi esteri è stato proprio negli USA, in occasione della Rivoluzione Francese. Jefferson si espresse per il non intervento del suo paese e a favore del mantenimento delle relazioni con la Francia. Jefferson diede così istruzioni ai suoi ambasciatori a Parigi affinché venisse riconosciuto il governo francese.
Ma c'è un’altra sorpresa: questo principio è stato accolto dalla Carta dell’Organizzazione degli Stati americani nel 1948. E di nuovo insisto con la dottrina messicana Estrada. La facoltà di conferire ad uno Stato la capacità di convalidare il carattere democratico del governo di un altro stato implica un’ingerenza negli affari interni di quello stato e dunque costituisce una forma di intervento chiaramente illegittima.
Continuo con le sorprese: la Corte Internazionale di Giustizia si è pronunciata su questo argomento sul caso Nicaragua contro gli USA. Nel 1986 si proibì con una sentenza a tutti gli Stati o gruppi di Stati di interferire direttamente o indirettamente negli affari interni o esterni di un altro Stato e qualunque intervento di questo tipo è considerato illecito soprattutto se si usano mezzi di coercizione.
Ma la Corte Internazionale nel caso di Nicaragua-USA si è pronunciata una seconda volta toccando temi che sono proprio il caso attuale del Venezuela. La Corte ha così sentenziato: se esiste una norma che consente ad una paese o ad un gruppo di paesi di intervenire su un altro utilizzando la sua opposizione interna è illegittima.
Il Diritto Internazionale contemporaneo non prevede dunque alcun diritto di intervento di questo tipo, nemmeno a favore o utilizzando l’opposizione di quello stato. Queste citazioni sono giuridiche. Le questioni giuridiche hanno conseguenze giuridiche. Le questioni politiche invece devono essere risolte dalla politica".
Abbiamo trasmesso ieri in diretta gli interventi degli Ambasciatori di Cuba (LINK) e Venezuela (LINK).
Riteniamo però importante riportare uno stralcio dell'intervento dell'Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia, Julián Isaías Rodríguez Díaz sugli aspetti giuridici poco noti che riguardano il Diritto Internazionale e le vicende che toccano non solo il Venezuela, ma anche tutti i paesi del mondo.
"La minaccia di guerra contro il Venezuela è latente. Non si è dissolta con l’ultima votazione del Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite. I veti hanno lasciato più interrogativi di prima. Il ricatto bellico per fare terrorismo psicologico prosegue non solo in Venezuela ma anche in tutta l’America Latina. Si mantengono aperte le possibilità di intervento non solo in Venezuela ma anche a Cuba, in Nicaragua, in Bolivia che rimangono in piedi, contro chiunque si opponga al pensiero unico degli USA. L’ultima volta che la Comunità Internazionale ha assistito a qualcosa di simile a quello che sta accadendo in Venezuela è stato nel 2003. Una coalizione come quella di oggi complice degli Stati Uniti aveva deciso di invadere l’Iraq. Subito dopo l’Afghanistan, la Siria, la Libia. Tutte queste guerre sono state precedute dal false notizie. La confusione generata permette all’opinione pubblica di accettare pacificamente qualsiasi sproposito statunitense. La crisi di oggi nell’America Latina e soprattutto quella in Venezuela è caratterizzata da metodi e circostanze molto simili a quelle presenti in Iraq, Afghanista, Siria, Libia. Tutti questi paesi sono produttori di petrolio e due delle componenti essenziali in comune sono: l’aggressione e la disinformazione. Il blocco finanziario contro il Venezuela ha causato danni per 350miliardi di dollari dal 2013 ad oggi. Non ha solo causato danni materiali. Abbiamo avuto nel 2013 centinaia di morti. Non solo per le sanzioni unilaterali arbitrali che hanno portato la nostra economia ad una condizione di asfissia ma perché hanno creato i presupposti affinché l’esercito e altre settori abbattono il Governo del Presidente Maduro. C’è stato il golpe del 2002 e 4 tentativi successivi, nel 2014, 2016, 2017 e nel 2018. Ora stanno saggiando un nuovo metodo. Il riconoscimento di un impostore come capo di stato è una tattica con la quale pensano che possono confondere il popolo venezuelano. Sappiamo tuttavia che il riconoscimento da parte di un governo straniero non può legittimare dei governanti in nessuna parte del mondo. Ce lo ha insegnato il Messico con una dottrina nota come Estrada. Riconoscere come Governo uno che esiste solo negli uffici politici stranieri è una grottesca violazione del Diritto Internazionale. I Governi sono legittimati solo dal popolo e dalla sovranità. Nel caso Venezuelano possiamo invocare un altro principio, molto chiaro nel diritto internazionale ed è quello dell'efficacia. Secondo questo principio, e la dottrina Estrada ce lo ha insegnato, chi controlla il governo reale di un paese è quello che controlla effettivamente il paese, quello che ha il potere di affermare la sua autorità come stato, che indipendentemente che lo si consideri o no legittimo può adempiere ai suoi obblighi internazionali. Lo ha affermato anche Borrell, Ministro degli Esteri spagnolo, i giorni scrosi. “Abbiamo riconosciuto Guaido’, ma le nostre relazioni reali ed effettive sono con il Governo del Presidente Nicolas Maduro”. (LINK)
Ma c’è dell’altro: vi sorprenderete con quanto vi prospetterò. Il primo luogo dove si è prospettato il riconoscimento di governi esteri è stato proprio negli USA, in occasione della Rivoluzione Francese. Jefferson si espresse per il non intervento del suo paese e a favore del mantenimento delle relazioni con la Francia. Jefferson diede così istruzioni ai suoi ambasciatori a Parigi affinché venisse riconosciuto il governo francese.
Ma c'è un’altra sorpresa: questo principio è stato accolto dalla Carta dell’Organizzazione degli Stati americani nel 1948. E di nuovo insisto con la dottrina messicana Estrada. La facoltà di conferire ad uno Stato la capacità di convalidare il carattere democratico del governo di un altro stato implica un’ingerenza negli affari interni di quello stato e dunque costituisce una forma di intervento chiaramente illegittima.
Continuo con le sorprese: la Corte Internazionale di Giustizia si è pronunciata su questo argomento sul caso Nicaragua contro gli USA. Nel 1986 si proibì con una sentenza a tutti gli Stati o gruppi di Stati di interferire direttamente o indirettamente negli affari interni o esterni di un altro Stato e qualunque intervento di questo tipo è considerato illecito soprattutto se si usano mezzi di coercizione.
Ma la Corte Internazionale nel caso di Nicaragua-USA si è pronunciata una seconda volta toccando temi che sono proprio il caso attuale del Venezuela. La Corte ha così sentenziato: se esiste una norma che consente ad una paese o ad un gruppo di paesi di intervenire su un altro utilizzando la sua opposizione interna è illegittima.
Il Diritto Internazionale contemporaneo non prevede dunque alcun diritto di intervento di questo tipo, nemmeno a favore o utilizzando l’opposizione di quello stato. Queste citazioni sono giuridiche. Le questioni giuridiche hanno conseguenze giuridiche. Le questioni politiche invece devono essere risolte dalla politica".
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