"Gli esperti" o "think tank" hanno analizzato a fondo ogni aspetto dell'invasione del Venezuela, facendo paragoni con quelle operate a Panama, Haiti, Repubblica Dominicana, Grenada, Nicaragua e Guatemala. Gli esperti del Dipartimento del Tesoro USA ritengono che per portare "la libertà ai venezuelani" siano necessari circa 400 miliardi di dollari, che il Venezuela è in grado di recuperare in un periodo di due anni, grazie al petrolio, l'oro e altri minerali. I costi della "libertà" porterebbe profitti a diverse società, cosìm ripartite: statunitensi (75%), brasiliane (10%), cilene (5%) e argentine (5%).
Quanto alla perdita di vite umane per i "liberatori" sarebbe minima. Secondo le valutazioni del Pentagono i morti venezuelani, nel caso in cui possano reagire "selvaggiamente", è calcolata in circa 20.000 unità, i feriti in 100.000, 150.000 i prigionieri chavisti distribuiti nelle carceri di Guantanamo, Brasile, Guyana, Colombia e alcune isole caraibiche filo americane.
Le società operanti nel settore militare hanno a disposizione armi "straordinariamente fulminanti" di ultima generazione, e non escludono l'uso di tipo chimico e batteriologico.
Presso il Pentagono, alla presenza di militari venezuelani in pensione (che da molto tempo lavorano per la CIA), di militari brasiliani, cileni, colombiani e argentini, è stata passata in rassegna tutta l'attrezzatura necessaria per un attacco aereo, terrestre e marittimo. 100.000 le truppe di terra previste. Le regioni di Zulia e Apure saranno affidate alle forze colombiane, mentre la regione di Guayana a quelle brasiliane e della Guyana.
L'azione militare dovrebbe essere fulminea da concludersi in poche ore su tutto il territorio nazionale, concentrata soprattutto in alcuni punti strategici di Caracas. Passa attraverso la presa del palazzo di Miraflores e la proclamazione formale di Guaidó. L'azione dovrà essere effettuata all'alba, con tutti i dispositivi tecnologici in grado di sovvertire totalmente le comunicazioni e l'impianto elettrico nazionale.
Particolare attenzione è stata posta dal Pentagono alle c.d. milizie bolivarianie o "colectivos" (calcolate in "due milioni di soldati"), organizzazioni che vengono definite disarmate, senza un adeguato addestramento per una guerra a sorpresa e per la guerriglia, anche urbana.
Inoltre, grazie all'azione di "amici e collaboratori venezuelani" nei giorni precedenti all'attacco, il Pentagono avrà la posizione precisa di tutti i membri dell'Alto Comando Militare delle FANB che consentirà di isolarli prima che l'azione di invasione abbia inizio, smentellando così l'intera catena di comando della struttura militare (come accadduto in Iraq).
Il Pentagono stima che in due giorni si possa ottenere un controllo quasi assoluto dell'intero paese, poi sarà necessaria la presenza delle forze di occupazione per almeno due o tre anni, fino allo sradicamento delle forze chaviste più radicali e la loro totale estinzione ("il Cile è stato esemplare in questo senso ..."). Gran parte del piano di attacco è fondato sulla convinzione che la popolazione civile, i partiti, la milizia o "colectivos" in un primo momento saranno indotti al panico grazie ad una pesante azione militare con il lancio di bombe, l'assedio con elicotteri ben armati, la risoluta risposta a qualsiasi resistenza, per poi indebolirsi molto rapidamente fino ad arrendersi. Sono considerati dunque di facile controllo e disarticolazione. Inoltre, aiuterà la lunga esperienza dell'opposizione nelle c.d. guarimbas, nei blocchi o nei sabotaggi.
Nella seconda occupazione USA della Repubblica Dominicana (1965-1966), nel cosiddetto Operation Power Pack, più di 20.000 marines sono sbarcati nel paese caraibico. Sempre 20mila soldati USA con artiglieria pesante di ultima generazione hanno invaso Panama per terra e per mare. Nell'operazione Furia Urgente, perpetrata nel 1983 dal governo USA contro l'isola di Granada, sono sbarcati 15.000 marines, ci sono stati 70 morti tra i civili e 358 feriti.
Negli anni 60, l'agente della CIA, José Figueres, ex presidente del Costa Rica (tutti i presidenti del Costa Rica sono stati agenti della CIA) fu uno degli architetti ideologici dell'invasione della Repubblica Dominicana, e per questo Motivo è stato chiamato alla Casa Bianca dal presidente Lyndon B. Johnson, per le consultazioni, insieme a Rómulo Betancourt e Luis Muñoz Marín. Il 27 maggio 1965, pronunciò un discorso in cui spiegava ai costaricani la sua partecipazione "gloriosa" all'invasione della Repubblica Dominicana.
(fonte: LINK)
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