domenica 10 febbraio 2019

VENEZUELA: GUAIDO' E GLI AVVOCATI USA DEI NARCOS

La propaganda dell'autoproclamato presidente ad interim del Venezuela, J. Guaidò, telecomandato dall'amministrazione Trump, prevede la diffusione di vecchie interviste di "esperti" spacciate per recenti, che servono a corroborare la tesi che il Venezuela è governato da narcotrafficanti e giustificare il golpe.
E' bene sapere che si tratta di ex pubblici ministeri statunitensi e alti funzionari della DEA (Drug Enforcement Administration) che hanno 'combattuto' i cartelli della droga per poi fare il salto della quaglia e passare alla difesa dei trafficanti di cocaina colombiani, definiti da loro stessi persone "non cattive". Superfluo ricordare che uno dei 'nemici' storici del Venezuela è proprio la Colombia, fedele alleata USA contro Maduro, mentre vale la pena raccontare quello che la propaganda imperialista nasconde.

Tra i campioni etici di salto della barricata ci sono: Bonnie Klapper ('eroina' dello smantellamento del cartello del Norte del Valle - nella foto), Leo Arreguin (capo della DEA a Bogotà) ed ex membri dell'Agenzia per l'immigrazione e le dogane, Ice.  
Alla storia di Bonnie Klapper sono dedicati i libri The Takedown, di Jeffrey Robinson e El Cartel de los Sapos di Andres Lopez Lopez, un best-seller in Colombia che è stato trasformato in una telenovela e un film. La Klapper ha abbandonato nel 2013 il ruolo di assistente procuratore degli Stati Uniti per difendere i narcotrafficanti a causa "dei lunghi spostamenti, delle minacce alla sua vita e delle ingerenze dei supervisori". "Non lo vedo come un salto della staccionata. La mia missione è che sia fatta giustizia. Nessun imbarazzo dunque: il sistema funziona solo quando ci sono persone oneste sia da parte del governo che della difesa. I miei ex colleghi sono sempre felici di vedermi perché sanno che possono fidarsi di me e rappresenterò in modo elastico i miei clienti. Come pubblico ministero perseguivo un numero di individui molto cattivi e violenti, ma la stragrande maggioranza erano brave persone che facevano scelte sbagliate. Il narcotraffico per loro è un'attività familiare, una via d'uscita dalla povertà. Ho sempre pensato che fosse ingiusto da parte del nostro governo dare tutta la colpa ai colombiani quando la domanda di droga arriva dal nostro paese". Klapper ha chiesto "soluzioni più innovative" per rimpiazzare "il ciclo infinito di arresti, procedimenti penali e condanne, in cui c'è sempre qualcuno che aspetta dietro le quinte di prendere il posto dell'ultimo individuo condannato".


"Non sono imbarazzato", ha detto Robert Feitel, un avvocato di Washington, ex PM esperto di narcotrafficanti e riciclatori di denaro sporco presso il Dipartimento di Giustizia. "Nessun timore di dire che nessuno sa meglio di noi come pensa un pubblico ministero, molti i segreti: questo è ciò che offro ai miei clienti". Anche Feitel come la Klapper, intervistati nel 2013, parlano dell' "umanità" dei loro clienti e chiedono alternative a una "guerra alla droga" vecchia di quattro decadi che costa miliardi di dollari e incarcera migliaia di persone. Feitel addirittura è arrivato a chiedere che la cocaina e la cannabis siano legalizzate e si è lamentato che i sospettati di droga estradati siano trattati peggio dei detenuti di Guantanamo Bay. "Non penso che potrei mai più essere un pubblico ministero, il dramma umano che vedo è talvolta più di quanto possa sopportare. Non rappresento persone che non mi piacciono, quindi mi piacciono tutti i miei clienti".


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