Andrew McCabe, ex Direttore dell'FBI: <<Trump disse: "hanno tutto quel petrolio e sono dietro la porta di casa nostra. Questo è il paese con cui dovremmo entrare in guerra".
Così rivela McCabe in un'intervista di Lawrence O'Donnell andata in onda martedì sera su MSNBC per la presentazione del suo ultimo libro.
In un briefing privato del luglio 2017 con i funzionari dell'intelligence, il presidente Donald Trump avrebbre chiesto perché gli Stati Uniti non fossero in guerra con il Venezuela. Il condizionale è d'obbligo perché questa circostanza gli è stata riferita da un agente dell'FBI presente ad un incontro in cui si sarebbe dovuto affrontare il tema delle spie russe, invece Trump deragliò con commenti non pertinenti sulla Corea del Nord e altri paesi fino a dichiarare "Non capisco perché non stiamo guardando al Venezuela. Perché non siamo in guerra con il Venezuela? Hanno tutto quel petrolio e sono dietro la porta di casa nostra. Questo è il paese con cui dovremmo entrare in guerra"
E' noto il rapporto difficile tra l'ex Direttore dell'FBI e Trump, che ha criticato pubblicamente e ripetutamente Jill McCabe, la moglie di Andrew, per aver ricevuto sostegno dal Partito Democratico della Virginia. Trump ha anche bersagliato più volte McCabe su Twitter, definendolo, tra le cose meno colorite, un bugiardo, un "perdente" e "un burattino per Leakin 'James Comey". Ma le parole di McCabe sono coerenti con altre affermazioni di Trump. Nell'agosto 2017, Trump ha continuamente chiesto ai suoi migliori consulenti un'opzione militare per rovesciare il legittimo presidente N. Maduro. H. McMaster, allora consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, e altri hanno respinto con forza, spiegandogli che era improbabile che un'invasione potesse funzionare e anzi avrebbe portato all'isolamento degli USA nella regione.
Nonostante ciò, l'11 agosto 2017, un giorno dopo aver parlato con McMaster, Trump minacciò pubblicamente una "opzione militare" nel Venezuela mentre parlava con i giornalisti al suo club di golf a Bedminster, nel New Jersey. I suoi commenti, apparentemente inaspettati, hanno scioccato praticamente tutti.
Il petrolio è una ossessione nei discorsi di Trump. Durante la campagna presidenziale, Trump ha parlato ripetutamente di voler prendere il petrolio iracheno dalle aree controllate dall'ISIS. "Al vincitore spetta il bottino", ha detto il 7 settembre 2016. "Se avessimo preso il petrolio nelle mani dell'ISIS non sarebbero stati in grado di rifornirsi di carburante".
Così come ha fatto sulla Libia in un memorabile quanto esecrabile discorso della durata di 1 minuto (LINK).
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