mercoledì 30 gennaio 2019

I PETROLIERI E IL "DOLOROSO DIVORZIO" TRA USA E VENEZUELA.


Il ministro degli Esteri peruviano Néstor Popolizo ha affermato che il cosiddetto gruppo di Lima si oppone a un intervento militare in Venezuela. Piovono fakenews come nel periodo dei monsoni fotocopia di quelle usate in Siria, con l’uso spregiudicato di minori. Guaidò ha convocato la mobilitazione nazionale, ma le piazze in queste ore sono semivuote e la gente preferisce andare nei centri commerciali. Intanto la CNN dà voce ai petrolieri e al “doloroso divorzio” tra Stati Uniti e il Venezuela “che avrà gravi conseguenze per l'industria petrolifera mondiale”.
Ieri il prezzo del petrolio negli USA è salito del 3,7%  attestandosi a $53,93 al barile, dopo che l'amministrazione Trump ha imposto sanzioni alla PDVSA, la compagnia petrolifera statale venezuelana. I petrolieri americani cominciano ad essere preoccupati. Il Venezuela è il loro quarto fornitore di petrolio, oltre a presiedere l’OPEC quest’anno. Ma c’è di più. Il greggio pesante, oltre che economico, del Venezuela serve ai raffinatori USA per ‘tagliare’ il loro, perché il complesso sistema di raffineria USA non può fare affidamento esclusivamente sulla miscela molto leggera di greggio che viene pompato nel loro paese. Il greggio pesante può essere comprato altrove? Importare il greggio pesante dal Medio Oriente costa molto di più. L'Arabia Saudita potrebbe compensare i barili venezuelani ma non lo farà per gli impegni presi in sede OPEC. L'Iran nemmeno, colpita da pesanti sanzioni da parte di Washington che hanno creato un’onda d'urto nel mercato petrolifero. Il Canada e il Messico nemmeno perché i loro flussi verso gli Stati Uniti sono sostanzialmente al massimo per limiti infrastrutturali. I tubi sono pieni.
Dunque, le raffinerie americane sono intrappolate nel fuoco incrociato tra Maduro e Trump.
E anche preoccupate del fatto che ci vorranno anni per rendere “efficiente e competitiva” l'industria petrolifera del Venezuela.
Attendiamo un nuovo “Oil for Food Program” dai paladini della democrazia e della solidarietà.


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