E, naturalmente, la nostra democrazia è diversa perché non è stata fondata né da né per le élite, come lo erano le democrazie liberali dell'Europa e degli Stati Uniti. Contro quel modello ci ribelliamo ed è per questo che abbiamo proposto, 20 anni fa, una nostra democrazia, basata sul cuore sovrano del popolo venezuelano.
Quello che succede è che, terminando il ventesimo secolo, quando in America Latina lasciammo il periodo delle dittature promosse dagli Stati Uniti, provarono, con l'idea di "democrazia liberale", a rifilarci un pacco regalo - come un cavallo di Troia - con tutti i valori del proprio concetto di "modernità". Ma vogliamo dirvi che qui in America Latina abbiamo anche identità e valori, e che vogliamo coinvolgere i nostri valori, nella nostra democrazia, piuttosto che quelli degli altri. Non solo quelli dell'individuo e del capitale. Anche quelli di solidarietà e comunità. Per noi, la patria è l'altro.
Abbiamo imparato la lezione, perché questo è successo a noi per secoli. Invece di arricchire la propria cultura con quella dell'esterno, le élite latinoamericane e le loro modalità liberali hanno cercato costantemente di ricostruire l'Europa nel cuore dell'America. Distruggendo di tanto in tanto tutto ciò che sembra loro diverso. Le élite per le quali noi, l'indiano e il nero, eravamo più scimmie che umani.
Crediamo con fervore nella nostra democrazia in America Latina, perché in Venezuela crediamo in tre principi fondamentali che rispettiamo come essenziali e necessari: in primo luogo, organizziamo le elezioni in modo sistematico, quotidiano e pacifico. Negli ultimi 20 anni ci sono state 25 elezioni, tutte approvate da istituzioni nazionali e internazionali e attori politici. Alcune le abbiamo vinte in modo schiacciante, altre le abbiamo perse.
Secondo, in Venezuela i cittadini, attraverso meccanismi di democrazia
diretta, fondamentalmente con le organizzazioni di quartiere e i partiti
politici, hanno accesso e controllo sulle risorse pubbliche.
E terzo, in Venezuela sono le persone a governare, non le élite.
Prima di me governava Chavez, un soldato di origine nero e indiano che divenne il padre della patria. Oggi, il Venezuela è governato, da sei anni, da un modesto sindacalista e autista di autobus. In Venezuela è il popolo che governa se stesso, perché è la sua Assemblea Costituente, che ha concepito e redatto una propria Costituzione.
Non siamo e non vogliamo essere un modello di democrazia. Siamo, invece, la democrazia definita e difesa dal suo popolo, quella che plasma uno sforzo quotidiano contro menzogne e falsi positivi. Una democrazia imperfetta che lavora giorno dopo giorno per essere più giusta e di tutti".
E terzo, in Venezuela sono le persone a governare, non le élite.
Prima di me governava Chavez, un soldato di origine nero e indiano che divenne il padre della patria. Oggi, il Venezuela è governato, da sei anni, da un modesto sindacalista e autista di autobus. In Venezuela è il popolo che governa se stesso, perché è la sua Assemblea Costituente, che ha concepito e redatto una propria Costituzione.
Non siamo e non vogliamo essere un modello di democrazia. Siamo, invece, la democrazia definita e difesa dal suo popolo, quella che plasma uno sforzo quotidiano contro menzogne e falsi positivi. Una democrazia imperfetta che lavora giorno dopo giorno per essere più giusta e di tutti".
Nicolás Maduro Moros, Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela
Nessun commento:
Posta un commento