STELLE E "STRISCE" CONTRO IL VENEZUELA.
Il segretario di Stato Mike Pompeo incontrerà mercoledì, 2 gennaio, a
Cartagena Ivan Duque. L'obiettivo è "continuare a rafforzare le
relazioni bilaterali e discutere le crisi provocate dalla dittatura in
Venezuela", ha dichiarato il presidente colombiano. Duque ha chiesto ai
paesi "che difendono la democrazia" di non riconoscere il nuovo governo
del presidente venezuelano Nicolas
Maduro, il prossimo 10 gennaio. La Colombia, alleata strategica degli
Stati Uniti, continua nel frattempo a finanziare atti terroristici di
sabotaggio al più importante sistema elettrico situato nello stato del
Zulia, ad ovest di Caracas.
Nel frattempo, mercoledì scorso, sono
stati condannati dalla Corte Suprema del Venezuela, ad una pena che va
dai 5 agli 8 anni, nove membri delle forze armate accusati di aver
"organizzato nel 2014 un movimento insurrezionale e destabilizzante,
chiamata Operazione Gerico, contro il governo". I funzionari condannati
sono tutti legati agli Stati Uniti. Tra questi il generale Oswaldo
Hernandez, coinvolto in un altro colpo di stato sventato nel febbraio
2015, il c.d. "colpo di stato blu", che prevedeva l'uso di un aereo da
guerra per bombardare luoghi strategici di Caracas, come il palazzo
presidenziale Miraflores, Ministeri e l'edificio di una azienda
televisiva.
Ad agosto di quest'anno, Maduro è sopravvissuto ad un
attentato durante una parata militare a Caracas. Il presidente ha
ripetutamente accusato gli Stati Uniti e la Colombia di avere un ruolo
nell'attacco. Poche ore fa Nicolás Maduro, ha affermato di essere
preparato "ad affrontare tutto", avvertendo "l'Impero americano" che, se
oserà invadere il Paese, dovrà affrontare "un popolo armato di fucile" e
ha aggiunto che "abbiamo un amico molto potente, l'Impero 'gringo', e
contro di esso che puntiamo i nostri strali. Loro vogliono creare un
grande problema, noi li sconfiggeremo". Il giuramento del prossimo 10
gennaio, che darà inizio al secondo mandato, ha assicurato Maduro,
permetterà la "costruzione del socialismo", con "il popolo nelle strade e
al potere".
Ricordiamo che il presidente degli Stati Uniti Donald
Trump non solo non ha mai "escluso" un'opzione militare contro il
Venezuela, ma dal 2017 ha intensificato le sanzioni unilaterali contro
la Repubblica Bolivariana, la famiglia di Maduro e i loro alleati.
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