RESISTENZA BOLIVARIANA: PER GLI USA E' TERRORISMO.
La resistenza non è terrorismo. Le due parole non dovrebbero mai essere
associate in una relazione causale. La resistenza è soprattutto
l'autodifesa contro la guerra e il terrorismo! Oggi viviamo in uno stato
di guerra continuo a diversi livelli di intensità. L'arrogante Impero
degli Stati Uniti continua a mantenere un alto livello di aggressività usando enormi quantità di risorse sottratte agli statunitensi non informati e ad altri paesi.
Esiste una vasta gamma di "rapporti conflittuali", ideati dal governo
degli Stati Uniti. È interessante vedere la corrispondente
proliferazione della terminologia associata ai diversi tipi di guerra e
utilizzata per descrivere tali conflitti. Nell'ordine:
- Guerre non
dichiarate: dobbiamo stare attenti a come usiamo il termine "guerra".
Non c'è guerra in Siria o c'è una guerra in Siria? La semantica è
importante.
- Nuova guerra fredda: difficile capire cosa ci sia di
nuovo. È sempre la stessa minaccia permanente di guerra, la "cara
vecchia" guerra fredda.
- Guerra mediatica: la produzione di notizie
false con la partecipazione dei media al fine di minare la legittimità e
la credibilità di un governo demonizzandolo.
- Guerra economica: quella determinata da sanzioni e blocchi.
- Incitazione a commettere reati politici: l'attentato contro Maduro e
altri funzionari di alto rango lo scorso 4 agosto in Venezuela.
- Incitazione all'ammutinamento: chiamate ripetute ai militari per rovesciare un governo.
- Guerra ibrida o rivoluzioni colorate: come è diventato colorato questo mondo! Definizione ridicola.
- Colpo di stato: continuano ad esserci, solo che ora sono meno cruenti.
- Soft Coups (Colpi di stato morbidi): sono quelli che avvengono in America Latina negli ultimi anni.
Poi c'è l'utilizzo delle "Lawfare", la promulgazione di leggi ad hoc.
Quello descritto è un repertorio di "guerre" che spesso vengono usate
in combinazione fra loro. Tutte queste "guerre" hanno insito un elemento
di illegalità. Non sono usate come legittima difesa, bensì per
sovvertire la democrazia, in totale disprezzo della legalità, della
moralità, dell'umanità e di qualunque considerazione etica.
Prendiamo ad esempio il termine "crisi umanitaria" il cui vero
significato è stato svalutato per essere usato come guerra mediatica per
giustificare un intervento militare. Questa è attualmente l'arma scelta
contro il Venezuela.
Gli Stati Uniti hanno utilizzato tutto il
repertorio per far cadere i paesi non allineati in America Latina ed in
particolare in Venezuela, sapendo molto bene che tutti questi strumenti
di guerra costituiscono atti di terrorismo.
Paradossalmente,
nelle scorse settimane, l'amministrazione Trump ha dichiarato che sta
valutando l'ipotesi di aggiungere il Venezuela all'elenco degli stati
sponsor del terrorismo.
L'idea che il Venezuela sia uno stato che
sponsorizza il terrorismo è bizzarra. Persino un funzionario degli Stati
Uniti ha ammesso che sarebbe molto difficile fornire prove del fatto
che il Venezuela sponsorizzi il terrorismo. Ma gli Stati Uniti usano
l'arroganza della cosiddetta dottrina dell'emergenza per fare
affermazioni del genere.
In realtà è il governo degli Stati
Uniti che crea il terrorismo internazionale. Ne esistono molte prove,
specialmente in Medio Oriente. Non c'è uno straccio di prova invece che
il Venezuela supporti il terrorismo. C'è solo un piccolo gruppo di
terroristi di destra in Venezuela supportati dagli Stati Uniti. Il
governo Maduro ha costantemente lanciato appelli pubblici per la pace e
il dialogo, mentre i terroristi di destra in Venezuela, nel 2014 e nel
2017, letteralmente terrorizzavano la popolazione.
Il Venezuela è vittima del terrorismo e resiste per difendere la sua sovranità e autodeterminazione contro attacchi illegali.
TERRORISMO
Il Titolo 18 del Codice degli Stati Uniti in materia di atti criminali e
procedure criminali definisce il terrorismo internazionale nei
confronti di cittadini statunitensi: "atti violenti o atti pericolosi
per la vita umana che sono una violazione delle leggi penali degli Stati
Uniti o di qualsiasi Stato ... destinati a intimidire o opprimere la
popolazione civile; influenzare la politica di un governo con
l'intimidazione o la coercizione; influenzare la condotta di un governo
attraverso la distruzione di massa, l'assassinio o il rapimento.
Forse questa definizione cambia quando non si tratta dei cittadini US?
Evidentemente gli Stati Uniti possono riconoscere il terrorismo solo
quando colpisce i propri cittadini, ma non ad altri.
Il Venezuela è
stato chiarissimo: "La politica di imporre misure coercitive
unilaterali, note come "sanzioni" ... viola la Carta delle Nazioni Unite
e nasconde un modello aggressivo di intervento ... Al di là della
retorica che la giustifica in nome della "democrazia", le sanzioni
sono uno strumento di guerra , progettato per far soffrire le persone al
fine di piegare gli Stati sovrani. " esattamente quello che gli
statunitensi definiscono terrorismo nel titolo 18.
Ovviamente non si tratta solo di sanzioni o blocchi. Anche l'attentato contro Maduro è un atto terroristico.
Per la NATO il terrorismo è "l'uso illegale o la minaccia dell'uso
della forza o della violenza contro individui o proprietà nel tentativo
di costringere o intimidire governi o società per raggiungere obiettivi
politici, religiosi o ideologici".
Quando Trump minaccia il Venezuela con un'invasione militare, quale parte della definizione di terrorismo non capisce?
La resistenza non è terrorismo. E' l'autodifesa contro la guerra e il terrorismo!
Una voce forte, unica e informata che denunci tutte le azioni di guerra
e di terrorismo è il solo modo efficace per fermarle. Dobbiamo essere
pronti a contrastare la disinformazione con solidi argomenti e analisi.
Questa sì che è resistenza.
(Nino Pagliccia, 11 dicembre 2018, per CounterPunch)
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